Baghdad - Il parlamento iracheno ha approvato con 158 voti a favore, 77 contrari e 12 astensioni la mozione di sfiducia nei confronti del ministro delle Finanze, Hoshyar Zebari. Il ministro di etnia curda e' accusato di aver usato fondi pubblici per pagare l'affitto della sua casa e di quelle della sua scorta e di aver usato un milione di dollari pubblici l'anno per la sua protezione negli spostamenti tra il Kurdistan a Baghdad. Veterano del Partito democratico curdo (Pdk), Zebari era a capo del ministero delle Finanze dall'ottobre del 2014 ed e' stato alla guida della diplomazia irachena per quasi dieci anni prima del suo ultimo incarico. Sabato 27 agosto nel parlamento iracheno e' scoppiata una rissa tra deputati del Pdk e di altre fazioni favorevoli al voto di sfiducia nei confronti del ministro, proprio durante l'interrogazione parlamentare. I deputati curdi sostengono infatti che la mozione sia motivata da ragioni politiche e accusano i deputati della coalizione sciita in parlamento di aver pilotato l'iniziativa.
Il 25 agosto scorso il parlamento iracheno ha approvato una mozione di sfiducia nei confronti del ministro della Difesa, il sunnita Khaled al Obeidi. Hanno votato a favore della destituzione di Obeidi 142 deputati, mentre 102 hanno espresso voto contrario e 18 si sono astenuti. Obeidi era stato accusato di corruzione nell'ambito di un'inchiesta interna e a sua volta, durante una sessione parlamentare, aveva accusato il presidente del parlamento, Salim al Jubouri, e quattro deputati, di aver cercato di corromperlo. Obeidi aveva detto che Jubouri e i quattro deputati, un ex parlamentare e due funzionari del parlamento affiliati al presidente, avevano cercato di corromperlo per la firma di alcuni contratti e per far riassumere impiegati statali licenziati per corruzione. Il ministro della Difesa aveva accusato tra gli altri la deputata Alia Nasayif, che aveva a sua volta accusato Obeidi di corruzione, e i parlamentari Hanan al Fatlawi e Mohammed al Karbouli. In particolare, il ministro aveva detto di aver subito "ricatti" e pressioni per approvare appalti nel settore dell'industria militare in cambio di tangenti. Successivamente un tribunale di Baghdad aveva fatto cadere le accuse rivolte a Jubouri.
Secondo l'ultimo Indice sulla percezione della corruzione dell'organizzazione internazionale "Transparency" l'Iraq e' tra le 15 nazioni piu' corrotte al mondo. Negli ultimi mesi, migliaia di persone sono scese in piazza a Baghdad per chiedere al governo del premier Abadi di portare avanti le attese riforme anticorruzione. Abadi, da parte sua, ha tentato di rispondere alle richieste dei manifestanti e in particolare dei sostenitori del leader religioso sciita Moqtada al Sadr con un rimpasto ministeriale e la sostituzione di decine di vertici delle principali aziende pubbliche, ma i suoi sforzi sono stati bloccati dalle divergenze tra i vari partiti politici e sono culminati in una grave crisi istituzionale che sta paralizzando i lavori parlamentari e il suo governo. (AGI)