(AGI) - Milano, 18 mag. - Unicredit e' la piu' internazionale tra le grandi banche italiane, con fondi arabi e americani tra i maggiori azionisti davanti alle storiche quote delle fondazioni. Sono questi i soci che starebbero avviando le consultazioni per un cambio al vertice dell'istituto, oggi guidato da Giuseppe Vita e Federico Ghizzoni.
Il principale azionista di Unicredit oggi e' Aabar Luxembourg, il fondo sovrano di Abu Dhabi, con una quota poco sopra il 5% (il 5,039% secondo i dati dell'ultima assemblea); Aabar e' spuntato per la prima volta tra i grandi soci dell'istituto nel giugno del 2010, con il 4,9% del capitale, ed e' salito negli ultimi anni fino al 6,5% di inizio 2012 per poi ridiscendere.
Alle sue spalle Blackrock, che ha recentemente comunicato la discesa al 4,993%: il colosso americano del risparmio gestito, presente nel capitale di diversi istituti italiani, si e' posizionato sopra il 5% di Unicredit nel gennaio del 2013 e, di li' in poi, ha continuamente oscillato nei dintorni della soglia rilevante del 5%.
Il primo socio italiano e' la fondazione Cassa di risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona (Cariverona), con una quota scesa negli anni al 3,46%. Segue la Banca centrale della Libia, attestata del 2,923% del capitale: la presenza libica in Unicredit risale alla Banca di Roma, ma proprio la salita in forze nel capitale dell'istituto fu la miccia che porto' all'uscita traumatica di Alessandro Profumo nel 2010. Nel settembre del 2010 la Central bank of Libya e la Libyan investment authority (Lia) arrivarono insieme a superare il 7% del capitale; la quota si e' poi diluita, complice la guerra nel Paese, e la Lia e' scomparsa nel marzo del 2012 sotto la soglia del 2%.
Sopra la soglia del 2% resta poi solo la fondazione Cassa di risparmio di Torino (Crt), con il 2,517%.
Al di sotto del 2% dovrebbero poi esserci soci privati di spicco come Francesco Gaetano Caltagirone e Leonardo Del Vecchio. Il patron di Luxottica, in particolare, era salito fino al 3% nella primavera del 2013, per poi scendere di un punto percentuale due anni dopo; nel febbraio scorso fu il primo a chiedere ufficialmente "discontinuita'" ai vertici. Sulla base delle informazioni fornite da Unicredit, il 41% dei soci della banca sono investitori istituzionali, il 26% azionisti stabili e il 33% pubblico 'retail'. Tra gli istituzionali, solo un 4% di italiani: prevalgono fondi Usa e canadesi (35%), europei (29%) e del Regno Unito (25%). (AGI)
.