(Adusbef) - Lo scorso 13 maggio a Roma il popolo degli autonomi, dei professionisti e delle P.IVA è sceso per strada, per la prima volta nella storia, in segno di protesta contro la condizione in cui sono stati ridotti da provvedimenti normativi che nel tempo si sono susseguiti: dall’abolizione del minimo tariffario agli aumenti delle tasse per avviare una causa.
Dati recenti parlano degli avvocati come dei nuovi poveri; per la prima volta nella storia si assiste –pur a fronte di un aumento dei diritti da tutelare- ad una riduzione degli iscritti agli albi professionali e prima ancora alle facoltà universitarie, segno di una perdita di fiducia ed aspettative nella libera professione.
Il neo Presidente di Adusbef stimgatizza, infatti, che: “le famigerate lenzuolate di Bersani e l’abolizione del minimo tariffario, che nell’intento del promotore dovevano costituire il rilancio delle professioni e l’apertura anche verso i meno abbienti, si sono trasformate in un grimaldello per le companies per imporre ai consulenti (avvocati, commercialisti, architetti, ingegneri, psicologi, etc..) tariffe capestro, in taluni casi offensive della dignità professionale”.
Anche il singolo cittadino non ha beneficiato di alcun vantaggio, anzi, se da un lato il Governo ha penalizzato i professionisti eliminando il minimo tariffario (o non ripristinandolo), dall’altro innalzando i costi e le tasse (in taluni casi persino triplicate) per accedere alla giustizia (il famigerato contributo unificato e le marche da bollo passate da 8 euro a 27!) ha inibito alla maggior parte della popolazione l’accesso alla giustizia.
Continua l’avv. Tanza: “purtroppo nessuno riflette su alcune circostanze come quella che il minimo tariffario per soggetti che non godono per legge di indennità di malattia, ferie, infortunio, gravidanza, permessi orario, ROL, tempi di vestizione etc…rappresenta quel minimo di garanzia per poter sopravvivere. Questa riflessione assume carattere irrinunciabile per tutti quei giovani che vogliono affacciarsi alle professioni, un tempo definite libere”.
Anche su questo punto in realtà occorrerebbe fare un po’ di chiarezza: “per le P.IVA non esiste l’orario di lavoro, noi non timbriamo un cartellino, magari sono le nostre famiglie che ci reclamano perché manchiamo da casa ogni giorno dalle 12 alle 14 ore”.
La protesta per la reintroduzione dei minimi tariffari, dunque, è sacrosanta.
Adusbef si schiera a fianco di tutti i professionisti seri che ogni giorno con sudore, sacrificio e fatica si battono per tutelare i cittadini ed i consumatori, nello sforzo permanente di offrire un servizio sempre più efficiente e professionale.
La presidenza