Dacca - Il governo del Bangladesh ha dato via libera al piano per l'edificazione di 560 moschee grazie a un miliardo di dollari offerto dall'Arabia Saudita. Le moschee saranno costruite in ogni citta' del paese, la cui popolazione e' in larghissima maggioranza musulmana. La premier Sheikh Hasina, al governo da inizio 2009, sta manifestando particolare attenzione ai gruppi islamici in vista delle probabili elezioni legislative anticipate. Le moschee saranno provviste di sale di studio, biblioteche e centri culturali e si proporranno come un "modello" per i fedeli, ha dichiarato Shamin Afzal, capo della pubblica organizzazione bengalese Fondazione Islamica: "E' una idea perfetta - ha detto - per diffondere una conoscenza autentica dell'Islam".
La premier aveva sollecitato i fondi all'Arabia Saudita, che finanziera' la quasi totalita' del progetto, in occasione di una visita a Riad l'anno scorso. Gli esponenti delle correnti laiche e delle minoranze religiose sia musulmane sia induiste vedono l'iniziativa con sfavore, poiche' paventano uno scivolamento dall'Islam moderato che ha prevalso in Bangladesh per generazioni a un Islam radicale. "I finanziamenti sauditi sono inquietanti. Potrebbero servirsi del loro denaro per promuovere mediante queste moschee il wahhabismo (l'indirizzo radicale che egemonizza l'Arabia Saudita; ndr)" ha dichiarato Rezaul Haq Chandpuri, membro di una federazione di musulmani sufi.
Per Shahriar Kabir, attivista dei diritti umani molto noto nel Paese, la costruzione delle moschee consentira' comunque al governo di gestire meglio l'estremismo che sboccia proprio nei luoghi di culto, considerando che il governo di Dacca controlla solo trascurabile aliquota delle 30 mila moschee disseminate in Bangladesh, sul cui territorio sono aumentate negli ultimi anni le violenze jihadiste: attacchi contro minoranze religiose, contro laici e cittadini stranieri. Il piu' cruento accadde il primo luglio dell'anno scorso, con la strage di 20 persone fra cui nove italiani in un locale della capitale.