Roma - "Mi auguro che aumentino le opportunita' di investimento da cui Italia e Giappone possano trarre beneficio": le imprese dei due Paesi sfruttino i know-how condivisi. Lo ha detto in un'intervista all'AGI, Osamu Akiyama, direttore generale della divisione di Fukuoka-Kyushu della Banca del Giappone (Boj). "L'Italia - dice Akiyama - puo' contare su molti beni attraenti e molto know-how. Dal punto di vista delle relazioni con il Giappone riscontro molti punti simili, sia da un punto di vista storico, sia per l'abbondanza dei fattori di scambio. Penso che sia anche possibile che imprese e cittadini di entrambi i paesi possano sviluppare congiuntamente prodotti e investire in valori condivisi. Mi auguro che aumentino le opportunita' di investimento da cui Italia e Giappone possano trarre beneficio".
Piu' in generale, rispetto all'Unione europea, Akiyama auspica che possa crescere l'integrazione europea. "Secondo la mia opinione - dice - l'esistenza dell'Ue e' un'iniziativa che ha un importante significato storico, perche' riflette lo sforzo che e' stato fatto dopo la fine della Seconda guerra mondiale di unire i paesi vincenti e perdenti per evitare la tragedia di nuove guerre. Il lato positivo dell'Unione europea e' l'unificazione del tasso di interesse grazie alla moneta integrata, mentre il lato meno positivo, diciamo difficoltoso e' la sua struttura complessa e lo squilibrio delle condizioni finanziarie ed economiche che si sono create tra i vari paesi. In piu' l'Ue sta affrontando una sfida nuova, ovvero l'aumento dei flussi di immigrati. E' una prova difficile ma noi contiamo che ogni paese contribuisca, con iniziative politiche ed economiche, al mantenimento di una salda filosofia dell'integrazione europea". Sui rischi della Brexit, l'esponente della Boj non nasconde le sue preoccupazioni: "La situazione, dopo l'esito del referendum, resta imprevedibile e, se ci saranno turbolenze sui mercati finanziari l'impatto negativo sul Giappone sara' preoccupante. D'altra parte se il processo di uscita dall'Unione europea avverra' in modo ordinato, le ricadute sul Giappone saranno miste e dipenderanno dal modo in cui muteranno i rapporti tra Gran Bretagna e Unione europea". Quanto alla situazione economica del Giappone Akiyama invece mostra ottimismo: "Sono passati circa quattro anni da quando l'Abenomics e' stata lanciata e l'economia giapponese ha avuto una serie di segnali positivi sulle aziende e sulla domanda di lavoro. In queste circostanze, anche le relazioni internazionali sono diventate piu' attive. Ad esempio i turisti stranieri in Giappone sono raddoppiati dagli 8.360.000 visitatori del 2012 ai 19.740.000 del 2015, grazie anche all'effetto della deregolamentazione, combinato allo yen debole. Per sostenere questa tendenza positiva e' importante che tutti i settori della politica economica continuino a lavorare a pieno giro: per questo la Banca del Giappone vuole continuare a contribuire alla crescita dell'economia giapponese attraverso un massiccio e continuo allentamento monetario". L'obiettivo della Banca del Giappone della stabilita' dei prezzi" al 2% "va raggiunto il piu' presto possibile, per questo abbiamo avviato una potente politica monetaria. Come pubblicato nel rapporto di questo novembre, riteniamo probabile che l'obiettivo venga raggiunto nell'anno fiscale 2018, cioe' tra aprile 2018 e marzo 2019". Akiyama si pronuncia infine sul rapporto tra yen e biglietto verde: "Generalmente lo scenario che vede il dollaro forte e lo yen debole porta vantaggi alle aziende che fanno esportazione, mentre per le aziende domestiche e che importano materie prime porta svantaggi.
Allo stesso tempo questa situazione sta portando una crescita di turisti stranieri in Giappone, mentre in senso inverso i giapponesi che viaggiano sono sempre meno". (AGI)
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