Pechino - Dopo anni di ritardi, Cina e Myanmar hanno firmato l'accordo per l'entrata in operativita' della condotta petrolifera che colleghera' i due Paesi. La nuova condotta riveste un'importanza strategica fondamentale per Pechino, ed era stata spesso definita in passato come la "quarta via energetica della Cina", dopo quelle che attraversano l'Asia centrale, la Russia e quella che passa dallo stretto della Malacca. La nuova condotta, costata 1,5 miliardi di dollari, permettera' a Pechino di ricevere il greggio direttamente dal golfo del Bengala e trasportera' fino a 22 milioni di tonnellate di petrolio all'anno. L'accordo e' stato firmato a Pechino alla presenza del presidente cinese, Xi Jinping, e del presidente del Myanmar, in visita in Cina, U Htin Kyaw. La condotta e' entrata ufficialmente in operativita' la notte scorsa. Il gasdotto parallelo alla condotta petrolifera e' invece operativo dal 2013.
Il Myanmar rappresenta un importante hub nel golfo del Bengala e dell'oceano Indiano, hanno sottolineato gli analisti cinesi, e la nuova condotta avra' un ruolo di primo piano nelle rotte che portano l'energia in Cina, oltre a essere considerata di importanza cruciale per la regione che comprende, oltre alla Cina e al Myanmar, anche l'India e il Bangladesh. A colloquio con Xi, il presidente del Myanmar ha dato la disponibilita' del proprio Paese alla cooperazione con la Cina per il progetto di sviluppo infrastrutturale "Belt and Road", lanciato dal presidente cinese nel 2013. Al forum di maggio prossimo, a Pechino, sulla cooperazione internazionale lungo la via della Seta e' previsto l'arrivo anche del consigliere di Stato del Myanmar, Aung San Suu Kyi, secondo quanto riportato dai media del sud-est asiatico. Per la premio Nobel per la Pace sara' la terza visita in Cina, l'ultima delle quali risale ad agosto scorso.
La cooperazione con il Myanmar risente pero' dei conflitti interni al Paese del sud-est asiatico. La Cina teme i disordini al confine, ripresi proprio nelle scorse settimane: al risorgere degli scontri, il Ministero degli Esteri cinese aveva chiesto il cessate il fuoco, il mese scorso, e aveva confermato la presenza di oltre ventimila rifugiati del Myanmar nel Paese. Per evitare i finanziamenti ai gruppi armati del nord del Myanmar, il governo birmano aveva anche chiesto a Pechino di chiudere i conti correnti che fanno capo ai gruppi armati presso Agricultural Bank of China, uno dei colossi statali del sistema bancario cinese. Pochi giorni piu' tardi, le forze dell'ordine dell'area cinese confinante con il nord del Myanmar avevano apertamente chiesto ai residenti di origini birmane di consegnare le armi per evitare rischi alla stabilita'.