Pechino - La Cina ha riconfermato il proprio impegno nella lotta ai cambiamenti climatici, nonostante il sostanziale abbandono della sfida da parte degli Stati Uniti. La presa di posizione cinese arriva a poche ore dalla firma del presidente Usa, Donald Trump, al decreto che prevede la cancellazione del "Clean Power Plan" voluto dal suo predecessore, Barack Obama. "Non importa come cambiano le politiche di altri Paesi sul cambiamento climatico", ha affermato Lu, "come grande Paese responsabile in via di sviluppo, l'impegno, gli scopi e la politica della Cina nel trattare il cambiamento climatico non cambieranno". Lu ha poi chiesto a tutte le nazioni rappresentate alla Conferenza sul Clima di Parigi di "muoversi al passo con i tempi, cogliere le opportunita' e mantenere le promesse" dell'accordo del dicembre 2015.
Cina e Stati Uniti avevano raggiunto una storica intesa sul clima a Pechino nel novembre 2014, durante la visita dell'allora presidente degli Stati Uniti, Barack Obama che prevedeva da entrambe le parti una limitazione delle emissioni per evitare il surriscaldamento globale. I due Paesi che emettono la maggiore quantita' di gas serra al mondo avevano raggiunto l'intesa a margine del vertice Apec (Asia-Pacific Economic Cooperation) di quell'anno: in base all'accordo, gli Stati Uniti si impegnavano a una riduzione delle emissioni di un quarto (26%-28%) rispetto ai valori del 2005, mentre Pechino aveva svelato per la prima volta l'obiettivo di raggiungere il picco delle emissioni inquinanti entro il 2030 per poi scendere. La Cina si era anche impegnata a portare entro il 2025 la produzione di energia non da combustibili fossili al 20% dell'energia prodotta, circa il doppio dei livelli del 2013, quando le rinnovabili e le fonti pulite occupavano circa il 10% del paniere energetico cinese.
Nonostante la riconferma dell'impegno sul clima, la Cina ha ribadito in piu' occasioni, prima e durante il vertice sul clima di Parigi, la necessita' di adottare uno standard che rispetti i differenti gradi di sviluppo di tutti i Paesi, e soprattutto quelli in via di sviluppo, come la Cina considera se stessa, nella lotta ai cambiamenti climatici. La lotta al surriscaldamento globale, aveva dichiarato Xi nel suo discorso di apertura dei lavori del summit parigino, "non deve privare i Paesi in via di sviluppo del diritto di ridurre la poverta' e migliorare la vita delle persone", e aveva definito, pero', la lotta ai cambiamenti climatici "una missione condivisa dall'umanita'". Il cambiamento climatico e' stato oggetto delle polemiche che hanno accompagnato il rapporto tra la Cina e Trump anche prima dell'insediamento dello stesso Trump alla Casa Bianca.
A novembre scorso, nel corso della conferenza sui cambiamenti climatici di Marrakesh, in Marocco, il vice ministro degli Esteri cinese, Liu Zhemin, aveva risposto seccamente all'allora presidente eletto degli Stati Uniti che, sempre su Twitter, accusava la Cina avere inventato il cambiamento climatico per "rendere non competitivo il manifatturiero Usa": la lotta al surriscaldamento globale, aveva sottolineato Liu, era iniziata negli anni Ottanta "con il supporto dei repubblicani durante le amministrazioni Reagan e Bush senior nei tardi anni Ottanta".
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