Tunisi - Prende il via domani a Tunisi l'evento economico piu' importante e atteso dalla rivoluzione dei gelsomini che innesco' nel 2011 la primavera araba. Oltre 1.200 ospiti stranieri, tra cui il premier francese Manuel Valls, circa 5.700 partecipanti e quaranta delegazioni straniere parteciperanno alla Conferenza internazionale "Tunisia 2020", il cui obiettivo e' promuovere la Tunisia come una destinazione per gli investimenti e risollevare le sorti del piccolo paese nordafricano colpito nel 2015 da tre brutali attentati terroristici di matrice islamista. A tal scopo il governo del giovane premier Youssef Chahed, 41 anni da poco computi, presentera' le nuove riforme economiche, i progressi ottenuti in termini di sicurezza e gli accorgimenti adottati per migliorare il cima per le imprese. L'evento fornira' l'occasione per annunciare ufficialmente il piano di sviluppo per il periodo 2016-2020, la base si cui dovrebbe poggiare l'economia della futura Tunisia post-rivoluzione.
Mercoledi' 30 novembre, si aprira' con una discussione sul tema della "Tunisia come piattaforma industriale e logistica alle porte dell'Europa e dell'Africa", alla presenza tra gli altri di Gianni Zanella, presidente di Olimpias (gruppo Benetton). A seguire tre conferenze tematiche parallele su aeronautica e industria automobilistica, industria tessile, sanita' e l'industria farmaceutica. Nel pomeriggio e' prevista una sessione plenaria dedicata alla "Green economy: per un modello di sviluppo integrato" seguita da tre conferenze tematiche simultanee su energia elettrica e fonti rinnovabili, agricoltura e agroindustria e gestione delle risorse idriche. Qui va segnalata la presenza tra gli speaker di Luca Cosentino, vicepresidente esecutivo di Eni per le "Energy Solutions" e di Carlo Pignoloni, direttore per l'Europa e l'Africa del Nord di Enel Green Power. L'evento si chiudera' infine con una conferenza stampa prevista per le 19:30 ora locale.
Sono quasi 200 gli operatori italiani che dovrebbero prendere parte alla conferenza. "Si tratta di una vetrina tramite la quale il governo Chahed, che si e' insediato a fine agosto, puo' presentare i suoi primi risultati", ha spiegato l'ambasciatore italiano a Tunisi, Raimondo De Cardona. "Fino all'inizio di quest'anno eravamo tutti piu' concentrati sull'esigenza di ripristinare standard di sicurezza adeguati dopo gli attacchi dell'anno scorso. Adesso questa parte della sicurezza e' abbastanza risolta e quindi si lavora a quella che e' diventata la priorita' numero uno: l'economia", ha aggiunto il diplomatico italiano. Il governo Chahed ha recentemente introdotto un nuovo codice degli investimenti e dovrebbe varare entro fine anno una nuova legge per la promozione degli investimenti stranieri. Contestualmente, le autorita' presenteranno una serie di progetti infrastrutturali sui quali e' previsto l'intervento e l'aiuto delle grandi istituzioni finanziarie internazionali.
Secondo l'ambasciatore De Cardona, la conferenza rappresenta un momento che sintetizza la grande missione del nuovo governo tunisino: risollevare l'economia del paese culla della primavera araba. "Anche per questo - prosegue il diplomatico - c'e' un grande successo di pubblico: ci sono state piu' di 6.000 iscrizioni, ma solo circa 1.400-1.500 saranno accettate. Si tratta di un evento di profilo molto elevato che dovrebbe servire a dare un impulso sul quale poi il governo tunisino potra' lavorare, progetto per progetto, investimento per investimento, cercando di invertire il trend negativo in cui il paese si dibatte ormai da diversi anni". Dopo l'inizio della transizione democratica il paese ha realizzato grandi progressi sul piano della democrazia, dei diritti e delle liberta', ha sottolineato De Cardona, "ma l'economia si e' inceppata: 'Tunisia 2020' e' la chiave per rimetterla in moto".
Lo scorso ottobre, durante la presentazione a Milano della conferenza "Tunisia 2020", il ministro dello Sviluppo, degli investimenti e della cooperazione internazionale tunisino, Fadhel Abdelkefi, aveva denunciato che in Tunisia non sono ancora giunti gli investimenti necessari alla nostra prosperita' dall'Unione europea. Dopo la contrazione del prodotto interno lordo nel 2011, dall'anno scorso la crescita della Tunisia e' ripresa. Nel 2015 il tasso ha raggiunto lo 0,8 per cento, mentre quello stimato per il 2016 e' pari al 2 per cento. Nel 2015 le esportazioni italiane verso la Tunisia stato state circa 3 miliardi di euro, con un calo del 7,8 per cento rispetto al 2014, nonostante l'Italia resti il secondo paese fornitore. Le importazioni si sono attestate a 2,3 miliardi di euro, con un aumento del 4,4 per cento. Eppure, secondo Abdelkefi, il famoso "Piano Marshall" dell'Unione europea per aiutare la Tunisia, baluardo contro lo Stato islamico e gli estremisti, non si e' ancora visto.
De Cardona ha spiegato nelle lamentele dei tunisini c'e' un fondo di verita'. "Forse l'Europa, e anche noi come singoli paesi, avremmo potuto fare di piu', considerato anche il fatto che quando si parla di paesi extra-Ue del versante orientale l'impegno finanziario di Bruxelles e' ragguardevole e sensibilmente superiore a quello che si e' pronti a spendere sul versate sud. E' altrettanto vero - ha aggiunto l'ambasciatore - che in Tunisia c'e' una strozzatura costituita dal fatto che le amministrazioni tunisine stesse hanno difficolta' a smaltire i finanziamenti e gli aiuti concessi, trasformandoli in progetti concreti. La fase successiva all'erogazione dei finanziamenti subisce a volte dei rallentamenti per cui diventa difficile smaltire il volume di impiego finanziario dell'Ue. Con qualche accorgimento supplementare da parte di entrambi si potrebbe velocizzare questa fase e fare qualcosa in piu'".
Uno dei progetti piu' importanti che verra' anche presentato alla conferenza di questa settimana prossima e' un il cavo di interconnessione elettrica da 600 megawatt "ElMed" per collegare la Tunisia settentrionale con la Sicilia. Il progetto per collegare risale al 2003 ma e' ancora molto attuale anche in chiave europea e comunitaria e non solo italo-tunisina. "Affinche' questo cavo venga realizzato sono necessari dei finanziamenti da parte dell'Ue", ha detto De Cardona. "Il progetto comporta dei costi di circa 500-600 milioni di euro. Bruxelles dovrebbe offrire in questo caso un finanziamento nell'ordine del 30-40-50 per cento. In questo quadro, tuttavia, non c'e' molto movimento, anzi notiamo dei rallentamenti. Forse questo e' un caso in cui l'Ue potrebbe fare uno sforzo supplementare".
Secondo Matteo Del Fante, amministratore delegato di Terna, la potenziale realizzazione di un cavo di interconnessione elettrica tra Italia e Tunisia potrebbe portare stabilita' energetica in tutto il Nord Africa, compresa la Libia. "Bisogna essere onesti: sul cavo con la Tunisia esiste un tema di reperimento delle risorse. E' un'interconnessione che oggi aiuterebbe molto la Tunisia, ma puo' essere 'spesata' sulla bolletta degli italiani soltanto per una frazione molto residuale. Stiamo verificando insieme ai colleghi tunisini fonti di finanziamento private e, potenzialmente, stiamo cercando di trovare un minimo di sensibilita' geopolitica a livello europeo", aveva detto Del Fante mad "Agenzia Nova", a margine dell'inaugurazione del polo elettrico di Codrongianos, in provincia di Sassari, il piu' grande impianto per lo storage elettrico in Europa, lo scorso 17 novembre.
Si tratta, secondo il numero uno di Terna, "di un'opera che porterebbe stabilita' dell'approvvigionamento elettrico in un paese cosi' centrale del Nord Africa, con dei collegamenti anche con la Tripolitania, portando stabilita' energetica anche a una parte della Libia". L'operatore italiano, aveva detto Del Fante, "avra' bisogno di un sostegno finanziario per quest'opera che non possiamo gravare sulla bolletta". Una volta che la linea sara' costruita, aveva proseguito del Fante, "all'inizio probabilmente esporteremo, considerando che oggi il prezzo dell'energia in Tunisia e' sensibilmente piu' alto della Sicilia". Piu' avanti, tra 10 o 20 anni, potrebbe esserci la "possibilita' di produrre energia fotovoltaica ed eolica anche in Nord Africa: questo permettera' di importare o comunque di creare interscambi, come ad esempio abbiamo oggi con la Grecia", ha concluso l'amministratore delegato.