(AGI) - Firenze, 24 lug. - Coltivazioni a rischio, foraggi per il bestiame che scarseggiano, apicoltura in crisi, pozzi a secco, diche al limite storico minimo. La scarsita' di precipitazioni dei primi mesi dell'anno ha messo letteralmente in ginocchio l'intera regione: il mondo agricolo toscano parla di vera e propria calamita'. Tanto che hanno preso carta e penna e scritto alla Regione Toscana per chiedere di poter attivare, con urgenza, "percorsi a sostegno del mondo produttivo analoghi a quello intrapreso per la gelata primaverile, anche per la siccita' 2017". E la Regione li ha ascoltati, tanto da firmare nele scorse settimane lo stato di calamita'. A essere in crisi e' soprattutto il territorio della Maremma, dove si registra una vera e propria situazione di emergenza. La scarsita' di precipitazioni, che, dall'inverno appena trascorso, si e' protratta anche nel periodo primaverile, come emerge anche dai dati del consorzio Lamma (il servizi meteorologico regionale) sta infatti provocando danni soprattutto sulla fascia costiera della provincia di Grosseto (tra le zone piu' colpite del centro Italia) e rischia di compromettere gravemente l'annata agricola. All'allarme della Maremma si aggiunge poi il dramma dell'apicoltura. Le associazioni degli apicoltori spiegano che i primi cinque mesi del 2017 sono stati letali per la produzione di miele in tutta la regione. La siccita', le forti escursioni termiche tra giorno e notte, il vento e le gelate di meta' aprile hanno privato il territorio di fioriture ricche di nettare. In queste condizioni climatiche, gli alveari hanno divorato le scorte di miele del nido, costringendo gli apicoltori a ricorrere a nutrizioni di emergenza, con costi imprevisti ed elevati. Gli apicoltori segnalano che la produzione di miele di acacia 2017 e' gia' stata pesantemente ridotta, come pure si prospetta una situazione molto poco rosea per le successive fioriture.(AGI)
Red/Mav