(AGI) - Cagliari, 28 giu. - Sul prezzo del latte si stanno prendendo in giro i pastori. La Coldiretti sardegna non usa mezzi termini. Le scorte di Pecorino romano prodotto nell'annata 2015-16 pare siano vendute, la produzione di latte crollata a causa della nevicata straordinaria di gennaio prima e per la siccita' e la calura adesso. Ma tutto tace, nessuno dice nulla. Non un parola che avrebbe rassicurato e dato fiducia al mercato, aiutando a rialzare il prezzo del formaggio, e soprattutto nessun aumento del prezzo del latte inchiodato a 50 e in qualche caso 60 centesimi al litro. "Eppure lo scorso anno - ricorda il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu - c'e' stata la corsa ad annunciare urbi et orbi la sovrapproduzione (falsa) di latte (i dati ufficiali di fine annata hanno smentito questa bufala). I trasformatori non perdevano occasione, a mezzo stampa, in incontri pubblici oppure con lettere, prevedendo il possibile 'collasso del sistema produttivo lattiero caseario ovino'. Dichiarazioni che sicuramente hanno influito in modo negativo - precisa - perche' hanno portato il panico nel mercato: le cooperative e i caseifici piu' deboli dal punto di vista finanziario hanno cominciato ad abbassare il prezzo del Pecorino pur di non rischiare di tenerselo in magazzino, mentre i compratori hanno giustamente approfittato di questo atteggiamento masochista (?) dei trasformatori". Come se non bastasse quest'anno a condizioni inverse, anziche' pubblicare e diffondere i dati rassicurando e dando fiducia al mercato e di conseguenza aiutando la ripresa delle vendite e soprattutto del prezzo, "assistiamo ad un silenzio assordante". "Non abbiamo sentito una sola parola sulle minori produzioni di Pecorino romano, sulla vendita delle scorte dell'annata precedente, e sulle inferiori produzioni di latte a causa delle calamita' naturali - evidenzia il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba -. E' davvero un atteggiamento masochista o a qualcuno conviene galleggiare nella crisi, nel panico e nell'incertezza?". "E la Regione dov'e'? E' in possesso dei dati sulle produzioni e giacenze di latte e Pecorino romano?". "Se la risposta e' positiva ci chiediamo perche' non li ha resi pubblici ed ha preteso che lo facessero i trasformatori? Se non li ha cosa aspetta a farseli consegnare? Perche' non ha condizionato tutti gli aiuti messi in atto solo per i trasformatori alla pubblicazione dei dati e alle eque ricadute per i pastori, come abbiamo chiesto sempre noi?". "A giugno, a stagione oramai ai titoli di coda e con una siccita' devastante che sta mettendo in pericolo la stessa sopravvivenza del bestiame, non solo il latte e' ancora pagato a 50 centesimi - ricorda Coldiretti Sardegna - ma si continua a prendere in giro i pastori nascondendo i dati e dunque la verita' sul vero andamento delle produzioni e dunque del mercato. Una Regione che ha a cuore il destino delle sue aziende dovrebbe fare la voce grossa e pretendere, pena la chiusura di qualsiasi aiuto pubblico, la pubblicazione di tutti i dati sul comparto. In assenza di immediate risposte i pastori, insieme ai colleghi agricoltori, scenderanno nuovamente in piazza con iniziative clamorose". (AGI)
Red/Ett