(AGI) - Cernobbio (Co), 31 mar. - Restrizione del credito bancario e discriminazione contro le imprese di minore dimensione. E' uno degli aspetti messi in luce dall'analisi dell'Ufficio studi di Confcommercio presentata dal presidente Carlo Sangalli, in apertura dei lavori del forum "i protagonisti del mercato e gli scenari per gli anni 2000", organizzato da Confcommercio in collaborazione con Ambrosetti, a Cernobbio.
Lo studio evidenzia che, rispetto al 2009, e' nettamente diminuita la percentuale di imprese che hanno chiesto e ottenuto un nuovo credito in banca. In questo raffronto, si osserva, il credit crunch c'e' e si vede perche'? si passa dal 60% medio del biennio 2009-2010 al 38% attuale. E' vero che c'e' stato un recupero rispetto ai minimi del 2013, ma siamo lontani dalla normalizzazione delle condizioni, con il risultato complessivo che oggi, rispetto a otto anni fa, la percentuale di imprese finanziate pienamente si e? pressochee'? dimezzata.
Riguardo alla discriminazione rispetto alle imprese piu' piccole, e' facile evidenziare, si sottolinea, come solo l'11% di quelle fino a 9 addetti ? le micro-imprese vere e proprie ? vengano soddisfatte in termini di credito, mentre per le grandi imprese (cioe? 249 addetti e oltre) l'incidenza si quadruplichi, come testimonia il 41% delle richieste pienamente accolte.
Nel quinquennio 2011-16, per il quale risultano aggiornate le statistiche bancarie, la riduzione del credito a fronte della crescita del PIL risulta ben visibile per l'Italia, mentre, per esempio, riguardo alla Spagna si manifesta un'evidente tendenza legata al deleveraging del settore immobiliare, con le imprese che restituiscono credito al sistema. In Italia le famiglie hanno incrementato il credito rispetto a cinque anni fa, mentre le imprese hanno perso quasi 120 miliardi di finanziamenti: oggi il credito alle imprese in Italia e' pari a circa 776 miliardi di euro contro gli 893 di cinque anni fa. (AGI)
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