Milano - L'ha strangolata davanti ai figli in cucina, poi si è reso conto di quello che aveva fatto e ha mandato un messaggio a un nipote, ammettendo il gesto. E' successo ieri sera tardi intorno alle 23.45 a Seveso, nel Milanese. Lui è un italiano di 56 anni proprietario di una farmacia, lei una peruviana di 29. Erano sposati e vivevano insieme nell'abitazione di piazza Mazzini dove è avvenuto l'omicidio. Dalle prime ricostruzioni sembra che i due avessero deciso di separarsi, senza però avviare alcuna procedura formale. L'omicidio è avvenuto al culmine di una lite, mente i figli - una bimba di un anno e il fratellino di tre - erano in casa. L'uomo le ha messo le mani al collo fino a impedirle di respirare, poi ha spostato un mobile della cucina per impedire l'ingresso dal salone ai bambini, affinchè non vedessero la madre morta. I nipoti, che hanno ricevuto il suo messaggio, si sono precipitati in casa e lo hanno trovato in stato confusionale, quindi hanno chiamato i carabinieri. Ai militari l'uomo ha confessato l'omicidio.
La vittima aveva più volte denunciato comportamenti ossessivi da parte del convivente, minacce e ingiurie che, però, non erano mai culminate in violenza fisica. Probabilmente per questo l'uomo era già segnalato nella banca dati dei carabinieri. E risale a poche ore prima dell'omicidio l'ultimo intervento dei carabinieri nell'appartamento dove poi è stato commesso l'omicidio.
I due stavano insieme dal 2013, e la giovane peruviana aveva in Italia anche la famiglia d'origine ma era senza lavoro. Solo qualche ora prima dell'omicidio l'ultima lite: i carabinieri erano intervenuti nell'appartamento in centro dove i due convivevano da separati e avevano risolto la situazione decidendo di allontanarlo dall'abitazione. Era stata poi però la stessa donna a chiedere ai carabinieri di farlo rimanere, dopo che il bambino di tre anni (la coppia ha un'altra figlia di un anno) aveva cominciato a piangere.
Alle undici e mezza invece è stato il marito stesso a chiamare il nipote ripetendo ossessivamente di aver fatto qualcosa di grave. Il giovane ha chiamato i carabinieri, che sono arrivati contemporaneamente a lui e ad alcuni familiari sul posto. E lo hanno trovato all'ultimo piano della palazzina nella tromba delle scale. I militari hanno cercato anche di rianimare la donna senza riuscirci. L'assassino era in stato confusionale, ma ha scritto una lettera - senza un mittente preciso - in cui chiede scusa, anche ai carabinieri, per il suo gesto. Nella notte si è recata sul posto anche la pm Giulia Rizzo, della procura di Monza, che guida le indagini.