Roma - Cambia l'ipotesi di reato formulata dalla Procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta sulla morte di Sara Bosco, la 16enne trovata senza vita in un padiglione dismesso dell'ospedale Forlanini: non piu' quella di istigazione o aiuto al suicidio ma di omicidio volontario, con dolo eventuale, e spaccio di stupefacenti. Il pm Antonino Di Maio si e' convinto, anche sulla base dei primi risultati degli esami autoptici, che Sara e' morta per aver assunto droga, anche se non e' ancora noto il tipo. Un quantitativo comunque che le e' risultato fatale, perche' Sara, che non aveva alcuna patologia fisica, stava provando a disintossicarsi e da tempo non assumeva droga. Sotto inchiesta e' finito il pusher.
Chi indaga, poi, non ritiene credibile la prima ricostruzione dei fatti, fornita soprattutto dalla madre della ragazzina. La posizione della donna, infatti, rimane 'monitorata' dal commissariato di polizia di Monteverde perche' il suo raccolto presenterebbe non poche incongruenze. L'iniziale ipotesi del suicidio ha perso via via di significato: Sara Bosco non aveva manifestato alcuna volonta' di togliersi la vita tramite sms a familiari e amici. I suoi sbalzi di umore e un suo perenne stato depressivo erano soprattutto legati all'assunzione della droga e ai periodi di disintossicazione. (AGI)