Roma - Svolta internazionale per la Regione Lazio, che in due anni ha stanziato 15 milioni di euro per aprire al mondo il suo tessuto produttivo e ha creato un portale dedicato alle opportunità oltre frontiera per le piccole e medie imprese, allacciando rapporti diretti con 46 Paesi. A parlarne è l'Assessore regionale allo sviluppo economico e attività produttive, Guido Fabiani, in un'intervista che rientra in un'inchiesta Agi su come le Regioni italiane stanno affrontando la sfida della globalizzazione. Con le nuove risorse, spiega Fabiani, "abbiamo tra l'altro selezionato 48 progetti che stanno permettendo a 1.330 aziende di 10 settori produttivi, dall'agroindustria all'aerospazio al turismo, di essere coinvolte in un percorso di internazionalizzazione che toccherà 52 Paesi di tutti i continenti". L'assessore assicura che la Giunta Zingaretti ha inserito l'internazionalizzazione tra le sue priorità, consapevole che "l'estero per le imprese non è più un'opzione, bensì una scelta obbligata". è un impegno, portato aventi con Farnesina e Ministeroper lo Sviluppo economico, di cui si raccolgono i primi frutti: "A dicembre 2015 l'Istat ha certificato per il Lazio una crescita dell'export pari al 13% nei primi nove mesi dell'anno".
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"In tre anni abbiamo costruito uno standing internazionale, che prima semplicemente non esisteva, arrivando ad avere relazioni internazionali con oltre 46 Paesi diversi". Tra le tante iniziative c'è il gemellaggio con la municipalità cinese di Tianjin, nell'ambito di un progetto sotto l'egida della Commissione Europea che ha portato a otto missioni tra Italia e Cina e alla partecipazione di oltre 30 aziende laziali alla China Tianjin Investment&Trade Fair. O la missione in Vietnam per promuovere "le tecnologie italiane per il monitoraggio ambientale, l'osservazione terrestre e la tutela e valorizzazione dei beni culturali, tutti settori in cui l'economia del Lazio eccelle", come sottolinea Fabiani.
Il Lazio guarda al mondo anche attraverso il portale regionale per l'internazionalizzazione che segnala "opportunità esistenti per le Pmi, promosse non solo dalla Regione ma anche dal sistema nazionale", in un'ottica di massima trasparenza. "Sul portale sono pubblicate tutte le iniziative promosse dalla Regione a cui possono iscriversi le aziende", spiega l'assessore, "bandi, missioni all'estero, partecipazione a fiere, seminari informativi con tecnici e rappresentanti di ambasciata". C'è anche una newsletter a cui sono già iscritte 4.000 aziende. Rimangono, ovviamente, alcune criticità per il completamento di questo processo di internazionalizzazione. "Per l'agroalimentare, ad esempio, un grande problema sono le quantità di prodotto che, il più delle volte, impediscono alle eccellenze laziali di entrare nella grande distribuzione internazionale", sottolinea Fabiani. Per questo si punta a settori più adatti alla dimensione delle Pmi laziali ("ad esempio il settore ristorazione, alberghi e catering e i negozi di delicatessen") e sugli incentivi per l'aggregazione delle imprese. "Le Regioni", sottolinea, "devono trovare strumenti di compensazione a quella che è la caratteristica tipica del sistema produttivo italiano: la piccola dimensione delle imprese. Proprio in questi giorni è partito un bando della Regione Lazio che sostiene le traduzioni di nuovi prodotti editoriali delle piccole e medie case editrici del territorio".
"Altra criticità che stiamo cercando di risolvere è legata alla capacità manageriale del sistema produttivo laziale per quanto riguarda l'operatività sui mercati esteri; la formazione e l'inserimento in azienda di figure altamente specializzate nell'internazionalizzazione è infatti un requisito imprescindibile per aumentare il numero di esportatori, oggi ancora occasionali, e per far entrare nei mercati esteri aziende che non esportano ma che hanno le potenzialità per farlo. Per questo la Regione Lazio ha cofinanziato con l'Ice il master per l'internazionalizzazione Corce Lazio, che prevede una fase d'aula (iniziata il 18 gennaio) e un periodo di stage, sia nel Lazio sia all'estero.
Sul fronte del turismo si è puntato anzitutto sulla Cina e su "un marketing territoriale legato alle tradizioni e alle tipicità dei prodotti laziali, in primis le eccellenze agroalimentari". "Ma non ci affidiamo solo all'agroalimentare", spiega Fabiani, "anche le opere culturali (l'editoria e il cinema in primis) sono veicolo di promozione turistica perchè strumento identitario per antonomasia, al pari del cibo". Sul cinema e sull'audivisivo, ad esempio, sono stati stanziati 5 milioni di euro per un bando volto a promuovere "progetti che valorizzino il territorio regionale, con una forte premialità per i set ambientati fuori Roma". "Del resto", osserva l'assessore, "un film come 'La grande bellezza' è valso da solo come 1.000 azioni di promozione del turismo". Per la Regione Lazio "l'agroalimentare, il cinema, la cultura e più in generale il Made in Italy sono strumenti identitari, veicolo delle bellezze del nostro territorio all'estero", sottolinea Fabiani. (AGI)