(AGI) - Caserta, 23 feb. - Proprietari terrieri taglieggiati da un esponente del clan dei Casalesi e costretti a pagare una rata che variava a seconda dell'estensione del loro terreno. In carcere con l'accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso e' finito Mario Salzillo, 68 anni, ritenuto vicino al clan dei casalesi, fazione Schiavone. L'indagine, coordinata dalla Dda di Napoli e durata circa un anno, dal 2015 al 2016, grazie anche alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, ha portato alla luce un sistema di estorsioni ai danni di alcuni imprenditori agricoli di Grazzanise e Santa Maria La Fossa che sarebbero stati costretti da Salzillo a versare il pagamento di un servizio di guardiania dietro la quale si celava la cosiddetta "estorsione di durata". Quanto piu' era grande il terreno piu' era alto l'importo da versare. Gli imprenditori che si rifiutavano di pagare subivano danni al raccolto, alle attrezzature agricole e alla struttura dell'azienda. A uno degli imprenditori che si era ribellato, in 4 mesi avevano dato fuoco al fenile piu' volte. (AGI)
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