Mentre continua la battaglia a colpi di cifre tra candidati del Partito Democratico, nella aule e nei corridoi del Parlamento ci si interroga sul risultato che vede in vantaggio Nicola Zingaretti. Per la mozione Martina, Zingaretti è al 47,2%, Martina al 36,5%, Giachetti al 12,8% nei circoli dem quando a votare sono stati 175 mila iscritti. Il governatore del Lazio, si sottolinea dagli stessi ambienti, resta dunque al di sotto della maggioranza, mentre gli altri due candidati, insieme, sono vicini al 50% dei voti.
Più netto il vantaggio di Zingaretti stando circolati in mattinata e relativi ai numeri comunicati dalle federazioni regionali: Nicola Zingaretti avrebbe due punti percentuali in più, attestandosi al 49,1% con 81.648 preferenze su un totale di 166.447 voti; Maurizio Martina al 35,1% con 58.345 preferenze; Roberto Giachetti all'11,3% con 18.847 preferenze.
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Staccati gli altri tre candidati: Francesco Boccia si ferma al 3% con 5.021 preferenze, Dario Corallo al 0,8% con 1.271 preferenze e Maria Saladino allo 0,8% con 1.315 voti. "Sono molto contento del risultato ottenuto sulla mia proposta politica, ben oltre ogni più ottimistica aspettativa, e soprattutto dal sostegno e dalla mobilitazione registrati in tutte le regioni d'Italia", scrive Zingaretti in una nota.
Una soddisfazione condivisa con i parlamentari a lui vicini che parlano di risultato positivo e non scontato anche perché, viene spiegato, "dall'altra parte si sta facendo di tutto per 'sporcare' la vittoria di Nicola". In primo luogo cercando di frammentare la partita del congresso, presentando due candidati "sovrapponibili" ed entrambi "riconducibili a Matteo Renzi".
Una tesi che sembra trovare conferma con quanto si dice nei capannelli di Palazzo Madama: se si sommano i voti di Martina e Giachetti, sottolinea un senatore "emerge che l'area renziana e riformista è ancora in maggioranza nel Pd". Ma l'analisi del voto - seppur parziale e in attesa dell'imprimatur della Commissione Congresso - si spinge ai risultati nei singoli circoli, alla ricerca di indizi che raccontino il 'mood' di questo congresso e i suoi rapporti di forza.
Ad esempio, i parlamentari vicini a Zingaretti sottolineano il dato di Salerno e Palermo, dove Martina ha vinto bene grazie alle "carriolate di voti" portate da Vincenzo De Luca e Davide Faraone. Mentre tra i sostenitori del governatore del Lazio si evidenzia come i circa 80.000 voti incassati Zingaretti li abbia raccolti soprattutto nel "suo" Lazio e aggiungo che tolto il dato della regione si arriva ad avere lo stesso risultato ottenuto da Andrea Orlando nel 2017.
Obiezioni di fronte le quali un esponente del Pd vicino a Zingaretti sorride: "Non credo che Nicola si preoccupi di questo. Tutt'altro: l'importante è portare a votare quanta più gente possibile e, se la vittoria si da per scontata, si rischia che tanti iscritti e simpatizzanti rimangano a casa il 3 marzo". Tesi che sembra confermata da un'altra dichiarazione del governatore: "Ha ragione Martina: comunque la partita è aperta. Per cambiare completamente questo partito il 3 marzo tutti a votare alle primarie".