Lunedì il verdetto della base M5s, martedì il voto in Senato. M5s e Lega ostentano tranquillità alla vigilia della settimana cruciale per il caso che coinvolge Matteo Salvini, per cui il Tribunale dei ministri chiede l'autorizzazione a procedere a Palazzo Madama, accusandolo del sequestro aggravato dei 177 migranti della nave. Nel voto della giunta per le elezioni e immunità del Senato, i pentastellati dovrebbero respingere la richiesta del Tribunale ma permane l'incognita del voto online che si terrà la vigilia, dopo che il Movimento ha deciso di consultare gli iscritti sulla piattaforma Rousseau. "Sono tranquillissimo, gli italiani sanno che ho agito per il loro bene e la loro sicurezza", ha fatto sapere il ministro dell'Interno.
Il M5s si affida alla base
Tra i 5 stelle, sul tema è intervenuto Manlio Di Stefano, a rassicurare i leghisti. "Credo che in questo caso l'autorizzazione non vada concessa, perché parliamo di una decisione collegiale del governo", ha affermato il sottosegretario agli Esteri. Di Stefano ha subito dopo però criticato il comportamento tenuto da Salvini: "Credo anche che non saremmo dovuti arrivare a questo punto, Salvini avrebbe dovuto rinunciare all'immunità e farsi processare sapendo che non c'è stato dolo".
L'esponente pentastellato ha anche chiarito come si comporterà la dirigenza nel caso in cui la base esprima un voto a favore dell'autorizzazione a procedere contro il vice premier leghista. "Se il popolo M5s voterà sì noi voteremo sì in giunta", ha assicurato. "Non credo sia a rischio il governo e sarebbe stupido" mettere a rischio la vita dell'esecutivo per la vicenda della nave Diciotti, "e spero la Lega non lo faccia per questo tipo di situazioni".
"La piattaforma Rousseau non mette a rischio il governo perché il governo è stabile e sta lavorando bene", ha affermato, sul fronte Lega, il ministero delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio. "La piattaforma Rousseau può servire al governo anche per tarare l'azione dell'esecutivo e quindi dare dei consigli, come lo fanno i militanti della Lega tutte le volte che io vado nelle sezioni", ha spiegato, sottintendendo che il voto, a suo avviso, avrà il significato di un referendum 'pro o contro il governo'.
Ma rassicura Salvini - che oggi parte per fare campagna elettorale in Sardegna e starà fino a martedì, quando tutto sarà finito - soprattutto la lettura delle dichiarazioni rese dai 5 stelle durante le sedute della Giunta per le immunità del Senato. Dai verbali emerge che i senatori del Movimento hanno condiviso alcuni passaggi della proposta del relatore Maurizio Gasparri di respingere la domanda dei magistrati siciliani. In attesa del voto online degli iscritti al Movimento, gli eletti 5s sembrano infatti inclini a sostenere la tesi di Gasparri, e cioè che Salvini agì per tutelare un "preminente interesse nazionale". Tesi d'altronde ribadita in più occasioni dallo stesso presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che come Luigi Di Maio, leader del Movimento, e Danilo Toninelli, ministro delle Infrastrutture, ha firmato un documento che il titolare del Viminale ha allegato alla sua memoria depositata in Giunta.
La reazione delle opposizioni
La decisione dei 5 stelle di consultare gli iscritti su Rousseau è stata fortemente critica dai partiti di opposizione. "Begli alleati che si è trovato Salvini. Ci pensi sopra anche su questo", ha detto Silvio Berlusconi. "Gli alleati di governo di Salvini lo hanno rinviato a giudizio davanti al tribunale del popolo grillino per decidere se salvarlo o no da un'imputazione di cui i ministri Cinque stelle si sono peraltro dichiarati correi. È il colmo dell'ipocrisia di un gruppo dirigente giustizialista e incapace di decidere, che delega le scelte cruciali a quello stesso popolo che gli ha conferito nelle urne la delega a governare", ha criticato la capogruppo di Forza Italia al Senato, Anna Maria Bernini.
"Lunedì però i nodi verranno tutti al pettine: se sarà pollice verso per Salvini, come avveniva al Colosseo, insieme a lui saranno condannati anche Conte, Di Maio e Toninelli, i quali dovrebbero trarne immediatamente le conseguenze. Se il ministro dell'Interno ne uscirà indenne, invece, finirà nel ridicolo tutta la narrazione giacobina su cui il Movimento ha costruito nel tempo le sue fortune elettorali. Comunque vada, insomma, per loro sarà un disastro politico", ha sostenuto Bernini. Mentre Giorgia Meloni ha confermato che Fratelli d'Italia votera' 'no' all'autorizzazione in giunta.
Critiche anche dal Pd. "Il M5s chiederà alla piattaforma on line Rousseau come comportarsi in Aula su Salvini. In pratica deciderà ancora una volta la Casaleggio & Associati", ha suggerito il senatore dem Dario Stefano.