Roberto Fico e i 5 stelle vanno avanti senza tentennamenti sul promesso taglio dei vitalizi degli ex parlamentari. Per ora si accontentano di dare una sforbiciata che andrà ad incidere solo sugli ex deputati, visto che il Senato è ancora in stand by. Una rivoluzione che comporterà un risparmio di circa 40 milioni di euro, è la stima fatta, per una somma che arriva a toccare quota 200 milioni se si considera l'intera legislatura. Esultano i big pentastellati, mentre gli ex parlamentari si preparano alla battaglia e annunciano una sorta di class action nei confronti di ogni singolo componente dell'Ufficio di presidenza di Montecitorio.
Tranchant la replica di Luigi Di Maio: "Se ne facciano una ragione, quelli sono privilegi rubati non sono diritti acquisiti. La smettano perché è uno schiaffo alla miseria fare dei ricorsi e protestare perché ti tolgono un vitalizio di 6 o 7 mila euro quando sei stato tre giorni in Parlamento". Per ora si tratta solo del primo passo: Fico ha oggi illustrato all'Ufficio di presidenza il testo di delibera che, se sarà approvata, entrerà in vigore dal 1 novembre.
Come voteranno i partiti
Entro giovedì 5 luglio potranno essere presentate le proposte di modifica, poi dalla settimana successiva si entrerà nel merito del provvedimento e si procederà con il voto finale. L'obiettivo dei 5 stelle è incassare il via libera prima che scattino le ferie estive e ci sia il tana liberi tutti. L'esito appare scontato: M5s e Lega hanno la maggioranza in Ufficio di presidenza, e ai loro voti si aggiungeranno quelli di FdI (seppur critica: "vale solo per i deputati, è ridicolo", dice Fabio Rampelli). Anche il Pd non si opporrà, anche se parla di "occasione mancata" e di delibera "molto, molto fragile", spiega Ettore Rosato.
Forza Italia è pronta a dire sì, purché non si compia "una rapina di Stato contro le vecchiette rimaste vedove. I totem si possono abbattere, ma con intelligenza, senza pretendere lo scalpo del, presunto, incolpevole nemico", afferma Mara Carfagna. La partita sui vitalizi riguarda 2.600 ex parlamentari tra Camera e Senato, per una cifra che nel 2016 ha raggiunto i 193 milioni di euro, mentre nel 2017 è cresciuta, toccando quota 206,28 milioni di euro e la stima fatta dall'Inps è che nel 2018 dovrebbe crescere ancora, arrivando a toccare quota 206,94 milioni. Ma l'intervento proposto da Fico, che mira a trasformare i vitalizi in essere sulla base di un ricalcolo attraverso il metodo contributivo, riguarda solo 1.338 vitalizi, sui 1.405 erogati dalla Camera.
Il tetto massimo agli assegni d'oro
I tagli, inoltre, non riguarderanno 67 ex deputati, il cui assegno non sarà diminuito ma nemmeno aumentato, in quanto viene introdotto un tetto massimo per evitare assegni d'oro. Il che significa che i 67 deputati continueranno a percepire la pensione nella stessa cifra incassata al 31 ottobre del 2018. Ovvero, il giorno prima dell'entrata in vigore della riforma targata 5 stelle. Vengono introdotti anche due tetti minimi: il primo di 980 euro (per quei deputati con pochissima legislatura alle spalle) e il secondo di 1.470 euro per quei vitalizi la cui decurtazione dell'assegno, ricalcolato sulla base del metodo contributivo, comporterebbe un taglio superiore al 50%.
Al di là dei tecnicismi, i 5 stelle si concentrano sul dato politico e rivendicano la loro battaglia storica: "Questo è un ulteriore passo per il superamento definitivo dei privilegi. Un lavoro che continueremo a portare avanti anche su altri temi qui a Montecitorio", assicura Fico. "nessun ostacolo fermerà il vento del cambiamento", affermano i pentastellati dal blog delle stelle. "la delibera archivia la Secondo Repubblica, inizia l'era dell'equità", esulta il ministro Riccardo Fraccaro.
I ricorsi degli ex parlamentari
Ma sulla delibera incombono i ricorsi e le azioni legali degli ex parlamentari che oggi, in conferenza stampa, hanno annunciato un'azione mirata: "Abbiamo inviato una diffida stragiudiziale a ciascun membro dell'Ufficio di presidenza della Camera". In altre parole, "chi voterà la delibera sarà responsabile personalmente del voto che darà, e sarà chiamato a risponderne personalmente", ha spiegato Giuseppe Gargani, ex parlamentare Dc prima e FI poi. "Alla maggioranza interessa andare alle europee sventolando lo scalpo dei vitalizi. è una enorme presa in giro degli italiani. La delibera è un monumento all'illegalità, siamo di fronte a una vendetta politica. Solo in un regime totalitario si puniscono le persone in quanto classe politica", ha aggiunto il presidente dell'Associazione degli ex parlamentari, Antonello Falomi, secondo il quale si tratta di "un abuso di potere, un'operazione vergognosa".