Arriva il via libera della commissione Bilancio della Camera alla proposta di legge sull'abolizione dei vitalizi, a prima firma Richetti. Un via libera dato, però, senza la relazione tecnica della Ragioneria, che non è ancora pronta, viene spiegato. Ma, soprattutto, si tratta di un via libera condizionato e nel quale si mette in evidenza il "rischio ricorsi".
Tra le condizioni più 'pesanti' poste dalla Bialncio, c'è la soprressione della gestione separata dell'Inps, contenuta nell'articolo 5 della proposta di legge. Tuttavia, proprio la previsione della gestione separata per i parlamentari era uno dei pilastri della riforma del sistema pensionistico di deputati e senatori, in quanto diversi tecnici e osservatori avevano messo in guardia dal rischio della non fattibilità della riforma qualora non si provvedesse a istituire una cassa separata.
Ma rischia di essere incostituzionale
"Così si rende il provvedimento incostituzionale", sottolinea l'esponente di FI, Palese. Le altre condizioni - si legge nel documento della commissione Bilancio - riguardano l'articolo 3 e l'articolo 13, ovvero l'estensione della nuova disciplina alle regioni e alle province autonome di Trento e di Bolzano e la "Rideterminazione degli assegni vitalizi", altro punto qualificante della Pdl Richetti.
Dunque, per la commissione Bilancio della Camera non può essere istituita una gestione separata dell'Inps. Quanto alle altre due condizioni poste dalla Bilancio, si chiede che all'articolo 3 sia previsto "espressamente" la determinazione degli assegni delle Regioni sulla base del nuovo metodo contributivo, il che comporta una riduzione di quelli che vengono gia erogati. Infine, per quel che riguarda l'articolo 13, si legge ancora nella relazione della Bilancio, vengono espressamente richiesti "criteri precisi per la rideterminazione dell'importo del trattamento previdenziale". Una misura necessaria al fine di evitare "contenziosi" che rischierebbero di "vanificare" i risparmi.