AGI - Camilla Soru, consigliera comunale del Pd, sarà una delle donne, ancora poche ma più numerose della passata legislatura, a entrare nel nuovo Consiglio regionale della Sardegna. Con circa 3.600 voti l'esponente dem, figlia dell'ex presidente della Regione Renato Soru, è risultata eletta nel collegio di Cagliari, dove risulta il terzo candidato più votato della lista del Pd, dopo il segretario regionale Piero Comandini e l'uscente Valter Piscedda, già sindaco di Elmas. Nei mesi scorsi Camilla, molto vicina alla leader dem Elly Schlein e alla candidata presidente vincitrice, le ha provate tutte per convincere il padre a non candidarsi alla presidenza della Regione contro Alessandra Todde. Senza successo. Oggi lei festeggia assieme alla prima donna presidente della Regione, sebbene sopraffatta dalla stanchezza, come confida all'AGI, mentre suo padre ieri, deluso, ha dovuto ammettere la sconfitta: la sua Coalizione sarda non elegge neppure un consigliere.
Avrebbe preferito avere anche suo padre in Consiglio regionale? "La legge elettorale non perdona", risponde. Vi siete sentiti? "No, no", taglia corto.
E a proposito delle proposte e delle idee che Soru padre ha dichiarato di voler mettere disposizione, Camilla riconosce: "Quel progetto contiene un vero patrimonio ed è profondamente sbagliato che la legge elettorale sarda non permetta a ogni sensibilità di essere rappresentata in Consiglio regionale e non permetta a una composizione politica che ha avuto dei consensi di poter essere rappresentata. Secondo me, una delle priorità di questo governo regionale, sarà quella di mettere mano a una legge elettorale". "Spero che si possa iniziare un cambiamento profondo", auspica rispondendo a una domanda dell'AGI sul suo futuro ruolo di consigliere regionale donna, "capire che bisogna investire su una classe dirigente femminile e femminista e bisogna fare squadra, perché spesso non ne facciamo e bisogna insegnare alle donne che si può votare donna. Spero che in questo Consiglio regionale - non siamo particolarmente rappresentate - si possa lavorare seriamente per un cambio di passo".