Roma - Unioni civili il giorno dopo. "Un ddl sulle adozioni per le coppie omosessuali è quasi pronto. Verrà incardinato alla Camera, dove i numeri sono sicuri, in modo che arriverà al Senato blindato". Lo ha annunciato Monica Cirinnà (Pd) intervenendo ad Agorà. "Il punto era riuscire a convergere su qualcosa di buono e non tagliare direttamente un pezzo di legge - ha spiegato - penso che, vedendo le difficoltà interne al Pd, il Movimento 5 Stelle poi abbia fatto i suoi calcoli politici. Comunque, sapendo che non c'erano i numeri siamo dovuti tornare nelle braccia di Alfano, un alleato di governo scomodo, retrivo, che speriamo presto di non avere più". E ha aggiunto, "quella di Alfano non è una svista. Il suo partitino dello zero virgola ha la necessità di ritagliarsi uno spazio politico, rivolgendosi a quella parte dell'Italia ancora arretrata e medievale". "Dove vivono Alfano e la Lorenzin? Dicono cose gravissime, ma - ha sottolineato - non hanno vinto loro. Ieri ha vinto l'Italia migliore. E' che hanno inserito questa cosa vergognosa della cancellazione di obbligo alla fedelta', ma la toglieremo anche dal matrimonio civile. La verità è che Ncd si è dovuto piegare, perché loro non volevano riconoscere diritti alle coppie omosessuali". "Questo è un Paese arretrato - ha concluso - con discriminazioni profonde. Questo nuovo Parlamento, con molte donne e giovani, si è dimostrato piu' attento dei precedenti. Io sono stata tradita dai colleghi del M5S, con cui ho condiviso un lavoro per due anni. Qualcuno ha giocato con la vita delle persone. Io non potevo esporre la mia legge alla falcidia del voto segreto. La nostra è una vittoria a metà, manca ancora la parte sulle famiglie".
E' lite sui voti di Verdini
E sui voti di Verdini è lite nel Partito democratico. L'aver incassato la fiduca con quei voti è un fatto che "tocca l'identità profonda del Partito democratico. Il Pd è nato per essere cardine del centrosinistra", invece "giorno dopo giorno rischia di diventare altro e per me questo non è accettabile", attacca Roberto Speranza. "Non si può più stare zitti ed è il momento che si faccia una discussione vera sull'identità del Pd e l'identità di un partito si può decidere solo in un congresso, chiediamo che si faccia il congresso anticipato", incalza, "quanto al fatto che la legislatura è nata con un governo di coalizione con dentro anche Forza Italia, da cui provengono i verdiniani, Speranza spiega: "Rispetto al governo Letta l'appoggio di esponenti di centrodestra è diverso, perché allora era indispensabile avere quei voti per far nascere un governo. Ora si tratta di un governo che già esiste. E' indispensabile ricordare la dialettica dinamica parlamentare di quei giorni". Quello che invece, a dire di Speranza, sta accadendo adesso, è che sta "cambiando la prospettiva politica: si sta costruendo un patto organico con residui del berlusconismo". "A Speranza ricordo che Verdini ha votato la fiducia al governo Monti e l'ha votata al governo Letta, oltre ad aver votato ieri per le unioni civili, passaggio storico atteso da anni", ha risposto prontamente all'esponente della minoranza Dem il vicesegretario del partito Debora Serracchiani . "Il gruppo di Verdini non c'entra nulla con il Pd, non fa parte del nostro partito e mai ne farà parte", ha isisito, "l'unico a tenere quotidianamente insieme il Pd e Verdini è proprio Speranza, che insegue i propri fantasmi o forse piu' semplicemente le dichiarazioni dei Cinque Stelle e di Forza Italia. Forse, più che al congresso del Pd vuole candidarsi a segretario di Ala? Sicuramente avrebbe piu' chance. Se invece vuole candidarsi segretario del Pd si accomodi, ci metta la faccia al prossimo congresso. Vedremo chi vincerà e chi perderà".
Ieri la legge sulle unioni civili ha incassato il primo via libera del Senato, con 173 voti favorevoli alla fiducia posta dal governo sul maxiemendamento, frutto di una difficile intesa con Area popolare. Il Pd, e per primo il segretario-premier, Matteo Renzi, hanno parlato di "giornata storica" e di un risultato da rivendicare "a testa alta".
Non sono mancati però i malumori e le fibrillazioni interne ai dem per i voti dei verdiniani, che si sono aggiunti alla maggioranza e hanno fatto sì permesso di raggiungere l'obiettivo con la maggioranza assoluta, solo grazie al gruppo Ala. Tanto che le opposizioni hanno chiesto al Quirinale di intervenire: il voto "è la certificazione che la maggioranza è cambiata. Renzi ne tragga le conseguenze e salga al Quirinale", ha affermato il capogruppo di Forza Italia, Romani. Dello stesso avviso i 5 Stelle, la Lega e Sinistra italiana. Il voto è stato espresso su un tema assai delicato, che riguarda i diritti civili e per il quale si è spesso parlato di voto di coscienza.