Non ci fu alcuna regia di troll russi negli attacchi via social, con falsi account Twitter, indirizzati nel maggio dello scorso anno al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all'indomani del veto alla nomina di Paolo Savona a ministro dell'Economia. È la convinzione della Procura di Roma, che sulla vicenda aveva aperto un'inchiesta ipotizzando i reati di 'attentato alla libertà del presidente della Repubblica' e di 'offesa all'onore e al prestigio del Capo dello Stato'.
Il coinvolgimento di troll manovrati da Mosca, peraltro smentito a suo tempo dall'allora direttore del Dis Alessandro Pansa in un rapporto consegnato al Copasir, sarebbe insomma un'invenzione giornalistica perché non suffragata da alcun elemento concreto.
Gli accertamenti che il pm Eugenio Albamonte ha affidato alla polizia postale sembrano puntare invece su un'organizzazione italiana perché il primo account ritenuto sospetto avrebbe legami con lo 'snodo dati' di Milano. La Procura di Roma ha avviato una rogatoria con le autorità Usa nella speranza che Twitter fornisca l'elenco di tutti i profili e i relativi indirizzi IP, per risalire all'identità di chi li ha creati.