Sembra quasi una risposta diretta all’intervista rilasciata da Piercarlo Padoan a La Stampa quella del presidente dell’Inps Pasquale Tridico al Fatto Quotidiano per l’edizione di carta. Se l’ex titolare dell’Economia nel governo Renzi sostiene che “per avere stabilità è importante lasciar morire Quota 100”, l’attuale presidente Inps Salvatore Tridico ribadisce che “sarebbe un errore” mettere in discussione questo provvedimento del governo gialloverde. Insieme al decreto Dignità.
Poi Tridico aggiunge anche che “sulle politiche del lavoro non c’è dubbio che il M5S ha maggiori affinità col Pd che con la Lega” e “una misura di contrasto della povertà era presente nei programmi elettorali di entrambi” anche se poi il Pd “ha promosso il Rei, che ha un impatto economico molto inferiore al Reddito di cittadinanza e senza politiche attive del lavoro”. Pur tuttavia “andava nella stessa direzione”.
Però, sottolinea Tridico, “non andrebbe modificato questo assetto che ha richiesto notevoli sforzi e produrrà un incremento di reddito, occupazione e consumi”. Dopo 5 mesi di Reddito di cittadinanza, circa la metà dei poveri assoluti certificati – 5 milioni – hanno avuto accolta la richiesta di assegnazione, perché c’è ancora tutta questa discrepanza? “Nella relazione tecnica i nuclei interessati erano 1,2 milioni, 950 mila in mesi è un ottimo risultato e salirà ancora”.
Per poi aggiungere: “Va considerata anche la differenza tra i redditi dichiarati e quelli percepiti realmente: si dichiara meno per evitare tasse e questo incide anche sulle stime della povertà”, detto questo “nel 2019 ci attendiamo un forte calo dei poveri assoluti”.
Ma non si è trasformata una misura anti-povertà in un sussidio di disoccupazione con troppi paletti? chiede il quotidiano diretto da Marco Travaglio. Tridico risponde che anche “il Rei aveva diversi ‘paletti’ e più stringenti. Si possono ridurre i requisiti economici, ma servono più soldi” e poi “il Reddito di cittadinanza non è però un sussidio di disoccupazione: è un reddito minimo, dove i beneficiari possono essere anche lavoratori”.
Ma come mai alcuni percettori stano restituendo il Reddito? Alla domanda diretta de Il Fatto, Tridico risponde che “le rinunce sono appena un migliaio, lo 0,1%” e “al momento il fenomeno è molto marginale”. E “non è, peraltro, da escludere che sia legato alla volontà di non assumere gli obblighi imposti ai percettori o che non si vogliano far emergere situazioni di lavoro nero”, aggiunge.
Il Pd, secondo Tridico, può tuttavia convergere su una proposta di salario minimo, “che c’era pure nel suo programma”. “È un argine contro lo sfruttamento e la disuguaglianza. Prima bastava la contrattazione a garantire salari adeguati. Oggi molti fenomeni –dalla globalizzazione alla ‘aziendalizzazione dei contratti’ – l'hanno resa spesso uno strumento di concorrenza sleale e non un vincolo allo sfruttamento e alla deflazione salariale”.