La madre di Raffale Ariano, il giovane ricercatore finito nell'occhio del ciclone per aver denunciato la capotreno autrice dell'annuncio contro "zingari" e "molestatori", chiede al Presidente della Repubblica di intervenire per fermare l'onda d'odio e le minacce che da giorni incombono sulla sua famiglia.
"Quando un cittadino si trova a temere per la propria incolumità a causa di forze più grandi di lui solo per aver espresso un'opinione, per di più a difesa della pari dignità delle persone e dei principi democratici su cui si fonda il suo Paese, si prospettano tempi bui", scrive Annamaria Abate nella lettera aperta a Sergio Mattarella pubblicata sul sito di Articolo 21.
Da circa una settimana l'uomo (che nella missiva la donna descrive come "un privato cittadino: non un politico, non un opinionista, non una figura pubblica") riceve insulti e minacce via Web.
"Nei giorni successivi, sulla pagina Facebook Ufficiale 'Lega - Salvini Premier', è comparso un post che indicava in Raffaele il responsabile del possibile licenziamento della capotreno con tanto di fotografia, nome e cognome e un link diretto alla sua pagina Facebook con la seguente frase: 'State con la capotreno o con il denunciatore, Raffaele Ariano?'".
Dalla pubblicazione di quel post - sottolinea ancora - "è seguito un vero e proprio linciaggio mediatico da parte di sostenitori della Lega e di gruppi neo-fascisti come CasaPound e Forza nuova, contenenti ingiurie e minacce all'incolumità fisica di mio figlio e della nostra famiglia", "epiteti razzisti, omofobi e misogini, diffamazioni sulla sua professionalità, centinaia di minacce di violenza fisica, con tanto di pubblicazione del nostro indirizzo di casa e promesse di incursioni punitive".
Per la mamma di Raffaele Ariano quanto accaduto è un fatto politico che riguarda la nostra democrazia.
La gravità di quanto accaduto va, però, molto al di là della sua persona: l’aggressione e il linciaggio mediatico che si è riversato su mio figlio, per il sol fatto di aver chiesto pubblicamente il rispetto di principi e valori scritti nella nostra Costituzione, potrebbero colpire chiunque. Quanto accaduto è un fatto politico che riguarda la nostra democrazia. La responsabilità degli insulti e delle minacce da parte degli odiatori del web è certamente personale, ma i cinquantamila commenti sul profilo di un privato cittadino non vi sono arrivati spontaneamente, bensì – per quanto ci risulta – sollecitati e guidati direttamente dalla pagina Ufficiale “Lega – Salvini Premier”. È tollerabile in uno Stato di diritto che un privato cittadino possa essere minacciato nella sua incolumità per azioni riconducibili al Ministro preposto all'ordine e alla sicurezza di tutti i cittadini? In un Paese dove il Ministro dell'Interno avesse la possibilità di chiudere la bocca a chi osa dissentire su un qualsiasi tema di pubblico interesse, ci si sente più o meno sicuri?"
Per evitare che anche altri possano in futuro "subire intimidazioni o, addirittura, arrivare a autolimitarsi preventivamente nell'esercizio del diritto alla libertà di manifestazione del pensiero" Annamaria Abbate chiede dunque al Capo dello Stato:
"Altri, in futuro, potrebbero subire intimidazioni o, addirittura, arrivare a autolimitarsi preventivamente nell’esercizio del diritto alla libertà di manifestazione del pensiero. Quando un cittadino si trova a temere per la propria incolumità a causa di forze più grandi di lui solo per aver espresso un’opinione, per di più a difesa della pari dignità delle persone e dei principi democratici su cui si fonda il suo Paese, si prospettano tempi bui.Confidando nella Sua persona e nel ruolo che ricopre, affido a Lei questi inquietanti quesiti e Le chiedo, rispettosamente, come cittadina e come madre, di valutare un Suo intervento, secondo i Suoi poteri e prerogative costituzionali, a tutela dei nostri diritti di cittadini italiani, del nostro ordinamento e dei valori democratici su cui si fonda.