“Non è più il vicino di casa o il negoziante che nega lo scontrino, si vede un’evoluzione in senso tecnologico che arriva fino a prospettare pagamenti realizzati con l’iride o con la mano”, dice Giulio Tremonti, ex ministro dell’Economia dei governi Berlusconi, in un’intervista a Il Sole 24 Ore.
L’avvicinarsi a passi rapidi della manovra di governo per stendere la legge Finanziaria riaccende sempre e inevitabilmente le discussioni intorno all’evasione. E, va da sé, anche intorno all’uso del contante. Ciò che fa dire a Tremonti che “la finanziaria segna tradizionalmente l’inizio della stagione venatoria, che nel caso specifico si manifesta come caccia all’evasore fiscale” e “ogni autunno si aprono i cancelli dello zoo”.
La novità di quest’anno, semmai, è che l’apertura della caccia disegna “la varietà e la modernità delle specie”, chiosa Tremonti, perché “non è più il vicino di casa o il negoziante che nega lo scontrino” ad essere presi di mira, ma c’è invece un’evoluzione in senso tecnologico “che arriva fino a prospettare pagamenti realizzati con l’iride o con la mano”. Insomma, si tratta di una gamma di strumenti “ampiamente utilizzati in Cina, dove in effetti il contante quasi non c’è più”. Il che forse autorizza l’idea che da quelle parti, dice Tremonti, “si vada configurando una vera e propria dittatura, più che fiscale, digitale”.
Per l’ex titolare del dicastero di XX Settembre, “con campagne di questo tipo, se anche non ti importa di perdere i voti, certamente non guadagni gettito perché spingi ancora più sul nero”. Quindi si tratta di ribaltare l’ottica con cui si guarda al problema. Ma facendo cosa, in concreto? Secondo Tremonti “non è una norma fiscale a modificare i comportamenti di una società, ma è l’evoluzione della società a portare con sé migliori rapporti fiscali”, perciò “solo una prospettiva graduale e progressiva può avere successo se congiuntamente rispetta e coinvolge le persone”, tanto che gli “interventi strampalati” di cui si parla in questi giorni “rischiano di essere incostituzionali, e fuori dal quadro europeo”.
“Le stime sull’evasione sono ampiamente discutibili”, dice Tremonti, per il quale – ad esempio – dai calcoli Ocse sulle voluntary disclosure “si scoprì per esempio che il capitale tedesco in Austria, Lussemburgo e Svizzera era pari a quello italiano in rapporto al Pil”. Uno sguardo in giro per l’Europa può esser utile, osserva Tremonti, per capire che “ci sono 11 Paesi che non conoscono limiti di legge all’uso del contante, e fra questi ci sono appunto Germania, Regno Unito, Austria, Svezia. È una scelta ideologica, di libertà e anche di sicurezza perché in tanti casi il contante può essere una riserva. E perché si assume che una totale dipendenza dalle banche sia un limite gravissimo alla libertà”.
Per Tremonti pertanto è sbagliato pensare che ci sia un legame diretto e assoluto “per effetto del quale se elimini il contante elimini l’evasione”. “Un conto è vietare il contante, altro conto è non usarlo”. Tanto che in 11 Paesi in Europa convivono l’assenza di divieti con l’uso del contante “comunque volontariamente limitato alle piccole operazioni”, spiega nell’intervista al Sole 24 Ore.