Un governo di tregua per uscire dalla situazione di stallo che la politica italiana vive dopo le elezioni del 4 marzo. Questa è la scelta del Presidente Mattarella dopo il terzo giro di consultazioni. E come succede in questi casi il totonomi ha riempito le pagine dei giornali italiani. Nomi di possibili ministri, alcuni “scomodi", che possano mettere in difficoltà i due principali candidati a Palazzo Chigi: Matteo Salvini e Luigi di Maio. E smuovere le acque. Ai 16 nomi iniziali, che avevamo elencato qui, insomma, ci sono state delle aggiunte. Tutte di rilievo.
Il Corriere della Sera racconta delle quotazioni in ascesa di Elisabetta Belloni, segretario generale della Farnesina. Un nome su cui il Movimento 5 Stelle potrebbe non storcere il naso vista la sua lunghissima esperienza e la capacità "di resistere con nervi saldi pure dopo le molte nomine decise da Matteo Renzi e da Angelino Alfano". Tra i possibili ministri elencati dal giornale di Via Solferino ci sono anche Salvatore Rossi, 69 anni, direttore generale della Banca d’Italia, profondo conoscitore del sistema economico italiano, e Dario Scannapieco, 51 anni, vicepresidente della Banca europea degli investimenti (Bei), una di quelle figure che Mattarella vorrebbe per affrontare le sfide imminenti, e faticose, che arrivano dall'Europa.
Nella carrellata di figurine che Repubblica ha messo insieme in questa galleria emerge invece la candidatura di Alessandro Pajno, 69 anni, magistrato, docente universitario e attualmente presidente del Consiglio di Stato. Su quella di RaiNews, invece, compaiono gli sguardi di Giuseppe Tesauro, attualmente presidente di Banca Carige ma con un passato, ben 9 anni, come giudice della Corte Costituzionale, di cui è stato anche Presidente per pochi mesi, e quello di Ignazio Visco, attuale governatore della Banca d'Italia.
Non è la prima volta che in queste liste spunta il nome di Lucrezia Reichlin, economista di fama internazionale e docente alla London Business School, apprezzata trasversalmente da molte forze politiche. Ma il Quirinale, in realtà, non si sarebbe ancora mai messo in contatto con lei. A raccontarlo è sua madre, Luciana Castellina, scrittrice, giornalista e fondatrice de Il Manifesto, in una intervista rilasciata a TPI. Insomma l'unica cosa certa è che il governo neutrale non piace quasi a nessuno. Salvini e Di Maio preferirebbero andare al voto, anche in piena estate, pur di non appoggiare un’altra realtà politica diversa da quella emersa dalle urne. E poi c’è Alessandro Di Battista che, con spirito ancor meno diplomatico, punta il dito sui “traditori della patria”. Quelli che sarebbero pronti a votare la fiducia a un governo fatto di totonomi e figurine.