“Se produci, devi smaltire. Non vorrei doverli imporre”. Matteo Salvini si riferisce agli inceneritori, e oggi in visita a Napoli ha acceso la miccia per l'ultima polemica nel governo pochi minuti dopo l'approvazione del decreto Genova. A Napoli, dove ha partecipato al comitato per l’ordine e la sicurezza, ha ricordato che “a metà gennaio va in manutenzione l’unico termovalorizzatore della regione [...] in pratica una emergenza annunciata”.
Quindi il ministro dell'Interno fa una proposta che ha scatenato la reazione dei 5 Stelle: “Occorre il coraggio di dire che serve un termovalorizzatore per ogni provincia perché se produci rifiuti li devi smaltire [...] c’è veramente una incapacità folle nell’affrontare il tema". E se qualcuno dovesse essere contrario ai termovalorizzatori, come il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, “se li mangi, i rifiuti” anche perché “non vorrei doverli imporre” (Il Fatto Quotidiano).
Il primo a replicare alle parole di Salvini è stato Luigi Di Maio, vicepremier come il leghista e ministro del Lavoro: "Quando si viene in Campania e si parla di terra dei fuochi si dovrebbero tener presenti la storia e le difficoltà di questo popolo. La terra dei fuochi è un disastro legato ai rifiuti industriali (provenienti da tutta Italia) non a quelli domestici". "Quindi gli inceneritori non c'entrano una beneamata ceppa e tra l'altro non sono nel contratto di Governo".
A Di Maio fanno eco i deputti M5s in commissione Ambiente, dopo l'intervento critico del ministro Costa: "Sia il Contratto di governo, che punta al superamento degli inceneritori non a costruirne di nuovi, sia i numeri della produzione dei rifiuti in Campania e lo stato d'avanzamento della raccolta differenziata nella Regione, escludono industrialmente la realizzazione di nuovi impianti incenerimento" (TgCom).
"Il Contratto di governo sottoscritto da Movimento 5 Stelle e Lega - ricordano - parla chiaro: pagina 11 'una corretta e virtuosa applicazione dell'economia circolare, in linea con la Gerarchia Europea nella gestione dei rifiuti comporta una forte riduzione del rifiuto prodotto prodotto, una crescente percentuale di prodotto riciclato e contestualmente una drastica riduzione della quota di rifiuti smaltiti in discarica e incenerimento, fino ad arrivare al graduale superamento di questi impianti, adottando metodi tecnologicamente avanzati e alternativi. A tal proposito il sistema di economia circolare di riferimento è quello oggi adottato dal servizio pubblico della provincia di Treviso, studiato in tutto il Mondo'".
Quello che è da potenziare in Campania - dicono ancora i 5 stelle - è l'estensione della raccolta differenziata domiciliare con tariffa puntuale in tutta Napoli e in tutti i Comuni e costruire centri riparazione, riciclo, compostaggio. Proprio come dice il Contratto di Governo e il 'Modello Treviso' gia' realizzato per la parte della raccolta differenziata da moltissimi Comuni campani" (Quotidiano.net).