Nella sua nuova veste di neoministro dei Trasporti, al posto del giubilato pentastellato Toninelli, che non ha ancora avuto modo di incontrare per il passaggio delle consegne, Paola De Micheli, una cosa l’annuncia subito, ovvero la decisone di dimettersi dal ruolo di numero due del Pd, vice di Nicola Zingaretti: “Non è compatibile con questo impegno” dice a La Stampa di Torino.
Del resto da fare ne ha. L’attendono già 256 richieste di incontri. Fa la mamma di un bimbo di tre anni, che scorrazza già nel suo nuovo ufficio e che vuole tenere con sé almeno per un po’ nel corso della giornata perché “non ho fatto un figlio perché lo cresca qualcun altro”, sottolinea. E molte altre grane da affrontare, come riaprire la stagione dei cantieri bloccati. Le sue priorità?
“La casa e la rigenerazione urbana delle periferie. Vediamo quanto si può stanziare in Finanziaria per queste due voci” dice nel rispondere alla domanda. Ma anche “I decreti sicurezza dovranno cambiare: ce lo impongono due lettere del presidente della Repubblica. E sono sicura che l’Europa tornerà a fare la sua parte” in quanto a Bruxelles “non c’era contezza della gravità della situazione. Con il passare dei mesi si è capito che quella disattenzione ha alimentato i populismi, in Italia e non”. E si dice certa che la Commissione von der Leyen “avrà un atteggiamento diverso”.
Con l’approccio del suo predecessore Toninelli ammette di avere una distanza siderale, ma non invece da quello dei Cinque Stelle, con i quali “se andiamo avanti così potremo fare assieme molte cose buone per il Paese” si sente di poter scommettere. Paola De Micheli però non si sente affatto uno dei pochi ministri in “quota Nord”, rispetto ai molti del Sud, perché “in questo ministero si gestisce un pezzo importante del futuro dell’Italia” dichiara al quotidiano torinese che la intervista. Anche perché “la Lega in quattordici mesi non ha risolto un problema. Al massimo li ha ingigantiti: infrastrutture, fisco, autonomia”. A parte la Tav, forse, anche con l’avallo del Pd, per altro.
Sul punto De Micheli è esplicita: “Come è andata quella vicenda è noto a tutti. Ora l’opera deve procedere il più rapidamente possibile” afferma, aggiungendo anche che “da commissario alla ricostruzione post-sisma ho visto da vicino quanto sia difficile tenere insieme efficienza e qualità delle opere pubbliche”. Ciò detto, promette, “qui ostacoli politici ai cantieri non ce ne saranno più”.
È favorevole Paola De Micheli, ad un accordo di desistenza con i 5Stelle per le prossime regionali? Risposta: “Perché no?” E sui migranti? Finita la stagione di porti chiusi? “Quella dei porti chiusi – risponde – è stata una narrazione distorta della realtà, utile solo alla propaganda di Salvini. Uno slogan senza senso che serviva solo a nascondere la verità: l’ottanta per cento dei migranti approda su piccole barche di cui non si accorge nessuno”.