La Tav è un "buco di cinque metri", come dicono i Cinque Stelle o una galleria di 25 chilometri, come sostiene la Lega?
A rinvigorire la polemica è la visita di Matteo Salvini al cantiere di Chiomonte, dove il leader della Lega è andato a tessere le lodi del tanti contestato collegamento ferroviario tra Torino e Lione. "Si completi questa incredibile, eccezionale opera pubblica di cui l'Italia dovrebbe avere vanto in giro per il mondo perché di opere così fatte ne ho viste poche" ha detto il ministro dell'Interno, "il tunnel c'e, che non stiamo parlando di un campo di grano. Ci sono 25 km di gallerie scavate l'Italia non può permettersi di restare isolata rispetto al resto d'Europa. Mentre tutti gli altri vanno avanti noi - ha aggiunto - non possiamo restare indietro anche perché l'interscambio tra Italia e Francia è di decine di miliardi di euro e se ci togliamo questa possibilità di collegamento diretto rischiamo di perdere ulteriore crescita del Pil e ulteriore export ".
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Gi ha subito fatto eco la ministra francese dei Trasporti, Elisabeth Borne, durante una visita all'altro capo dell'opera: il cantiere a Saint-Martin-la-Porte. "La Francia è molto impegnata in questo progetto. E' più di un progetto, è una realizzazione" ha detto mostrandosi ottimista sull'esito del confronto con l'Italia, sottolineando comunque che "il tempo sta finendo, perché le scadenze finanziarie dell'Europa devono essere rispettate".
Per i Cinque Stelle i lavori sono a zero
E la replica dei Cinque Stelle non si è fatta attendere: "Salvini non è andato a vedere il cantiere della Tav ma un buco di 5 metri. Di quale opera parla? Non esiste nessuna opera in corso. Su questo tema non bisogna fare propaganda elettorale, bisogna dire solamente la verità agli italiani. Noi vogliamo investire i soldi dei cittadini italiani per realizzare opere utili a tutti, opere che servono ai cittadini ogni giorno" ha detto Manlio Di Stefano, sottosegretario agli Esteri.
Basta chiacchiere inutili su un’opera inutile, che non si farà. Punto. Pensiamo ai ponti, alle strade, agli argini dei fiumi di cui ha urgenza il nostro Paese. #NoTav #M5S
— Manlio Di Stefano (@ManlioDS) 1 febbraio 2019
Ma come stanno veramente le cose?
In totale, le tre parti della linea ferroviaria Torino-Lione compongono un tracciato lungo circa 270 km – di cui il 70 per cento (189 km) in territorio francese e il 30 per cento (81 km) in territorio italiano – che interessa complessivamente 112 comuni. Un’opera che comporta molti interventi, sia sulle ferrovie nazionali sia in scavi geognostici, quest’ultimi fatti per analizzare il terreno e preparare i tunnel utilizzati per la manutenzione e la sicurezza a opera ultimata.
Viaggio nel cantiere della Tav
Una “tappa” preliminare e limitata, detta “Tappa 0”, già conclusa, ha previsto la messa in servizio della gronda merci Cfal Nord di Lione (Contournement Ferroviaire de l’Agglomération Lyonnaise), in Francia; in Italia, la realizzazione di interventi di potenziamento tecnologico nella tratta italiana tra Avigliana e il nodo di Torino, il quadruplicamento tra le stazioni Torino Porta Susa e Torino Stura e il potenziamento del servizio ferroviario metropolitano.
Prendiamo in considerazione ora la sezione transfrontaliera, la cui realizzazione, come abbiamo visto, costituisce la Tappa 1 dell’intera linea. Secondo i dati ufficiali – aggiornati al 31 ottobre 2017 e pubblicati a marzo 2018 nel Quaderno 10 dell’Osservatorio – sono stati scavati oltre 21 chilometri di gallerie, ma nessuno nelle due canne del tunnel.
In realtà i 6 km tunnel geognostico di Saint-Martin-la-Porte sono già scavati nell’asse e nel diametro del tunnel di base e quindi ne costituiranno di fatto il primo tratto, già in fase di realizzazione. I chilometri totali di galleria scavati ad oggi (considerando il totale dei lavori geognostici) sono quasi 28.
Gli scavi ultimati comprendono, tra gli altri, la discenderia di Villarodin-Bourget-Modane in Francia (iniziata nel 2002 e completata nel 2007); quella di Saint-Martin-la-Porte in Francia (iniziata nel 2003 e completata nel 2010); il cunicolo esplorativo della Maddalena di Chiomonte in Italia (iniziato nel 2013 e terminato a febbraio 2017).
A cosa servono i tunnel già scavati
La prima funzione di queste discenderie è quella geognostica: cioè sono scavate per capire quali sono le caratteristiche del terreno e individuare i potenziali problemi di meccanica. Terminato questo scopo, questi tunnel costituiranno parte integrante del tunnel di base, "in quanto essenziali alla sua ventilazione, a interventi di manutenzione e come uscite di sicurezza".
Tra i cantieri ancora in corso tra Francia e Italia, risulta invece ancora in costruzione il tunnel geognostico di Saint-Martin-La-Porte – in asse e nel diametro del tunnel di base –, una fase esplorativa iniziata nel 2015, dopo che nel 2010 erano finiti i lavori per la discenderia. Qui, ad agosto 2018, sono stati scavati quasi 5 km sui 9 km complessivi.
A luglio 2017, è stato pubblicato un progetto di variante – poi approvato dal Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) a marzo 2018 – che prevede, tra le altre cose, lo spostamento per ragioni di sicurezza dell’area principale dei lavori da Susa al cantiere di Chiomonte, invertendo il senso di scavo rispetto a quello inizialmente previsto.
Il cantiere di Chiomonte, quindi, è diventato la sede dell’inizio degli scavi definitivi per il tunnel di base.