Tre settimane. Tante ne sono passate da quando Matteo Salvini, da Helsinki dove era per una riunione con i ministri dell'Interno dell'Ue, lanciò le prime pesanti bordate contro il Movimento 5 stelle. Nei giorni precedenti nubi già si erano avvicinate a Palazzo Chigi, trascinate dal vento del caso Russia, delle liti sulla Tav, delle polemiche sull'autonomia e sull'elezione di Ursula van der Leyen alla presidenza della Commissione Europea, ma era il 18 luglio - tre settimane fa - quando il leader della Lega tuonò contro l'alleato. Il governo "va avanti se fa cose, sennò è inutile. È venuta meno anche la fiducia personale", disse annunciando che il giorno seguente non avrebbe partecipato al Consiglio dei ministri.
Quello stesso giorno corresse poi il tiro nei confronti di Luigi Di Maio ("Di lui mi fido, è una persona per bene, ma altri non sono all'altezza") ma la miccia era ormai accesa, e in questi 21 giorni la fiamma sembra essersi avvicinata al punto di non ritorno.
19 luglio. La Lega attacca: "Ci sono dei ministri che bloccano opere necessarie e vitali". Nel mirino ci sono i ministri pentastellati Toninelli e Trenta, che il Movimento continua a sostenere.
21 luglio. Mentre i presidenti di Lombardia e Veneto criticano il premier sull'autonomia, Salvini invoca una manovra "coraggiosa" altrimenti, minaccia, "la faremo da soli. Non ci stiamo a perdere tempo non siamo nati per le poltrone". Sul salario minimo si apre un altro fronte di scontro: "Presto sarà legge", dice Di Maio, ma la Lega frena.
22 luglio. Salvini attacca per i no sulla Tav di Toninelli, nella bufera per il licenziamento dell'unico esperto pro Torino-Lione del Mit, Pierluigi Coppola. Per Di Maio "Qualcuno gioca a spaccare il governo e l'Italia.
23 luglio. Il presidente Conte conferma il via libera alla Tav: "Non farla costerebbe più che realizzarla". Il Movimento 5 stelle frena gli entusiati: "Decideranno le Camere". Ma Salvini rivendica il successo: "Abbiamo perso tempo, ora si devono sbloccare gli altri cantieri".
24 luglio. Mentre alla Camera passa la fiducia sul decreto Sicurezza bis e in Val di Susa si scatena la protesta dei No Tav, in Senato il presidente Conte riferisce sul caso Russia. Salvini lo accusa di cercare voti per una nuova maggioranza. I 5s lasciano l'Aula, al posto del premier - sostengono - doveva esserci il ministro dell'Interno.
25 luglio. Chiarimento tra Salvini e Di Maio dopo lo scontro su Russia e Tav. "Si va avanti", dice il leader della Lega. Conte assicura che la manovra sarà espansiva, ma Salvini avverte Tria, se fa una 'manovricchia' si torna al voto. Arriva il monito di Mattarella: "Nel governo c'è bisogno di collaborazione".
26 luglio. Tria di nuovo nel mirino del vice premier leghista sul tema del taglio delle tasse, chiesto dal Carroccio. "O il problema sono io o è lui", dice Salvini. Di Maio conferma la fiducia in Conte e nel titolare del Mef e ribatte: "Sulla flat tax non ho ancora visto le coperture".
27 luglio. In Val di Susa alla marcia dei No Tav si registrano violenti scontri tra manifestanti e forze dell'ordine. Di Maio ribadisce l'intenzione di non voler fare "regali a Macron" e promette battaglia in Parlamento, ma Salvini lo stoppa: "Indietro non si torna".
28 luglio. La tensione tra gli alleati di governo sulla Tav sale alle stelle. I Capigruppo della Lega invitano i 5 stelle a dimettersi: "Se è un crimine che ci fate al governo?". Dura la replica di Patuanelli, capogruppo al Senato: "Restiamo per rompere le scatole".
29 luglio. In un audio 'rubato' Di Maio si sfoga con i suoi: anche su autonomia e Tav "serve sempre un accordo con quell'altro". 'Zen' la risposta di Salvini: "Mi chiamo Matteo".
31 luglio. Ai temi di scontro si aggiunge anche la riforma della giustizia, che arriva in Cdm. Salvini la boccia: "È acqua, non c'e' la separazione delle carriere". Di Maio avvisa: "Nessuno blocchi un testo epocale".
1 agosto. Il duello sulla giustizia e sulla manovra si inasprisce, sulla giustizia è invece stallo. Salvini torna a minacciare il voto, Di Maio lo invita a smetterla con "le sparate sopra le righe".
3 agosto. "Serve una squadra compatta o la forza la chiederemo agli italiani": è la nuova sfida al Movimento lanciata da Salvini che critica ancora il salario minimo ("rischia di far chiudere molte Pmi") e conferma il taglio delle tasse "anche se all'Ue non va bene".
5 agosto. Il decreto Sicurezza bis è legge, anche al Senato passa con la fiducia. Cinque dissidenti pentastellati non votano.
6 agosto. È la vigilia del voto del Senato sulle mozioni sulla Tav. Salvini conferma il no a quella del M5s: "È il suo suicidio politico". Le elezioni anticipate? "Lo capiremo anche prima di settembre".
7 agosto. Il Senato boccia la mozione con cui M5s chiede al Parlamento di fermare la Tav. Passano tutte quelle a favore della Torino-Lione. La Lega vota con il Pd.
8 agosto. Alle otto di sera Salvini prende tutti in contropiede e annuncia: non c'è più maggioranza, si torni alle elezioni.
9 agosto. La Lega deposita in Senato la mozione di sfiducia contro Conte e accusa il premier: non è venuto in Aula a ribadire la posizione del governo favorevole alla Tav.