Sulla Tap il governo valuterà tutte le criticità segnalate dai territori interessati dai cantieri della Trans-Adriatic Pipeline adottando il "metodo Ilva". Una formula che riaccende le speranze del sindaco di Melendugno e degli altri enti locali che sperano ancora di fermare l'opera.
Speranza che non si è spenta del tutto nemmeno dopo il colloquio di Giuseppe Conte con Donald Trump, quando il premier definì l'opera strategica; nemmeno dopo le rassicurazioni del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ai capi di stato delle Repubbliche Caucasiche visitate nei giorni scorsi.
"La scelta strategica del corridoio Sud del gas è condivisa dall'Italia e Tap, che è parte di questo corridoio, è il naturale completamento di questa scelta", sono state le parole utilizzate da Mattarella dopo il suo incontro con il presidente della repubblica dell'Azerbaijan. Non sono però solo gli impegni presi da Conte e Matterlla con Trump e Ilham Alyev a portare a una lettura diversa al lungo faccia a faccia di Palazzo Chigi tra Conte e il sindaco di Melendugno, Marco Potì.
Per "metodo Ilva" si intende semplicemente un approfondimento di istruttoria sul percorso che ha portato all'assegnazione dei lavori alla società proponente. Non uno stop all'opera, quindi.
Tono ed espressioni utilizzate dal primo cittadino del comune salentino di 10 mila abitanti palesano soddisfazione. "l clima è cambiato rispetto ai precedenti governi", esordisce Potì che ringrazia a più riprese Conte per aver accettato di incontrarlo.
"Se dovessero emergere criticità oggettive non valutate o sottovalutate dalla società proponente, Palazzo Chigi ritiene che si potrebbe anche prendere in considerazione la possibilità di non realizzare la Tap con approdo a Melendugno. Utilizzeranno lo stesso metodo di Ilva vagliando le carte e valutando se ci sono delle criticità".
Non solo. Potì torna anche sulle parole utilizzate da Conte a Washington, quando parlò di strategicità della diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico. "Il presidente del Consiglio ha detto che quando parla di strategicità non si riferisce al Tap".
La lettura di Potì, dunque, è quella di una frenata del governo rispetto alla realizzazione dell'opera. Ma, a stretto giro, una nota del presidente del Consiglio conferma che ci sarà "una valutazione approfondita di tutti gli aspetti segnalati e una attenta ricognizione delle attività sin qui svolte", ma aggiunge anche che sull'opera e la sua realizzazione ci sono "impegni giuridici già deliberati dal precedente governo".
E, se non fosse ancora chiaro, Conte ribadisce con i suoi stretti interlocutori che "rimane strategica la diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico" tra le quali il governo sembra contemplare anche il gasdotto trans-adriatico. Di sicuro lo considera tale la Lega - l'anima dell'esecutivo più vicina alle sensibilità degli imprenditori - per la quale il gasdotto va completato. Lo ribadiscono fonti qualificate di via Bellerio sottolineando che il vantaggio portato dal Tap a tutto il Paese riguarda il costo dell'energia che per le famiglie e le imprese e potrà essere pari al 10 per cento in meno di quello attuale.
Questo, senza alcun impatto sul paesaggio, visto che gli ulivi rimossi verranno piantati a pochi metri di distanza senza alcun danno ambientale, aggiungono.