Matteo Salvini torna a cavalcare la battaglia sulla castrazione chimica per gli stupratori. "Nessuna tolleranza per pedofili e stupratori: la galera non basta, ci vuole anche una cura. Chiamatela castrazione chimica o blocco androgenico, la sostanza è che chiederemo l'immediata discussione alla Camera della nostra proposta di legge, ferma da troppo tempo, per intervenire su questi soggetti. Chiunque essi siano, bianchi o neri, giovani o anziani, vanno puniti e curati", ha detto il ministro dell'Interno, commentando la notizia dello stupro di gruppo avvenuto a Viterbo ai danni di una donna di 36 anni, del quale sono accusati due esponenti di CasaPound.
"Castrazione? Non prendiamo in giro le donne che giustamente hanno paura quando leggono casi del genere con temi come questo che sono solo dei distrattori di massa mentre mettiamoci a lavorare sul fatto che questa gente deve stare in galera il più possibile, chiudiamo la legge sul codice rosso", è la replica di Di Maio alle dichiarazioni odierne di Salvini.
La misura non trova infatti d'accordo gli alleati di governo: meno di un mese fa Lega e M5s si erano già scontrati duramente in occasione di un emendamento presentato dal partito di via Bellerio al disegno di legge 'Codice rosso'. Il testo prevedeva la 'castrazione chimica' volontaria e reversibile. La proposta di modifica, dopo che i pentastellati erano insorti annunciando che non l'avrebbero mai votata, è stata quindi ritirata dai leghisti.
Bongiorno chiede un trattamento "volontario e reversibile"
La spaccatura interna alla maggioranza si consumò ugualmente, ma con effetti meno dirompenti: la Lega votò infatti un ordine del giorno proprio a favore della castrazione chimica, mentre i 5 stelle votarono contro assieme alle forze di opposizione, bocciando il documento. In occasione del ritiro dell'emendamento leghista al disegno di legge contro la violenza di genere, il ministro della Pubblica Amministrazione, Giulia Bongiorno, forte sostenitrice della misura, aveva preannunciato "un nuovo ddl che presenteremo". Si tratterà, aveva aggiunto, di un "trattamento farmacologico, volontario, reversibile, come già previsto in altri Paesi".
Oggi, però, nel riproporre il tema della castrazione chimica, Salvini fa riferimento "a una proposta della Lega ferma da tempo alla Camera", di cui "chiederemo l'immediata calendarizzazione". La prima proposta leghista risale al 2014 ed è a firma dell'attuale sottosegretario all'Interno Nicola Molteni. Assegnata alla commissione Giustizia della Camera nel settembre 2014, l'iter parlamentare non è mai stato avviato. Ripresentata nell'attuale legislatura, è stata assegnata alla commissione Giustizia a giugno del 2018, ma l'esame non è ancora stato avviato.
La proposta di Molteni
Identica proposta era stata presentata nella scorsa legislatura anche al Senato, a prima firma dell'attuale ministro Gian Marco Centinaio, allora capogruppo della Lega. La proposta di Molteni si compone di un unico articolo e prevede solo la castrazione farmacologica. L'altra proposta, risalente alla scorsa legislatura, è stata presentata al Senato da Roberto Calderoli, e prevede anche la castrazione chirurgica in caso di stupratori recidivi.
La proposta di legge Molteni recita: "I condannati alla reclusione per i reati di cui agli articoli 609-bis (violenza sessuale), 609-ter (aggravante se ai danni di un minore di 14 anni), 609-quater (atti sessuali con minorenne), 609-quinquies (corruzione di minorenne) e 609-sexies del codice penale possono essere sottoposti al trattamento farmacologico di blocco androgenico totale attraverso la somministrazione di farmaci di tipo agonista dell'ormone di rilascio dell'ormone luteinizzante (LHRH) ovvero di metodi chimici o farmacologici equivalenti".
"Il trattamento farmacologico di blocco androgenico totale è disposto previa valutazione da parte del giudice della pericolosità sociale e della personalità del reo, nonché dei suoi rapporti con la vittima del reato". Infine, "il trattamento farmacologico di blocco androgenico totale è sempre disposto dal giudice nei seguenti casi di recidiva; qualora i reati siano commessi su minori".
Nella proposta di legge leghista si dispone inoltre che "il trattamento farmacologico di blocco androgenico totale è inserito in un programma di recupero psicoterapeutico, svolto a cura dell'amministrazione penitenziaria, che a tale fine si avvale dell'ausilio di centri convenzionati, pubblici o privati, che dispongono di professionisti specializzati in psicoterapia e in psichiatria. Nel provvedimento che dispone la sottoposizione al trattamento farmacologico di blocco androgenico totale, il giudice deve indicare il metodo da applicare e la struttura sanitaria pubblica nella quale è eseguito il trattamento stesso".
"Chiunque è stato riconosciuto colpevole, con sentenza passata in giudicato, dei reati di cui agli articoli 609-bis,609-ter, 609-quater, 609-quinquies e 609-sexies del codice penale, può sempre chiedere di essere ammesso volontariamente al trattamento farmacologico di blocco androgenico totale di cui al presente articolo".
Per Calderoli serve anche la castrazione chirurgica
L'altra proposta a firma Lega sulla castrazione chimica, ma anche quella chirurgica in caso di recidiva, è stata presentata al Senato sempre nella scorsa legislatura da Roberto Calderoli: assegnata alla commissione Giustizia nell'ottobre 2017 ma, anche in questo caso, non è mai stato avviato l'esame.
Il ddl si compone di due articoli che prevedono "la sottoposizione al trattamento farmacologico di blocco androgenico attraverso la somministrazione di farmaci, quando è rilevata la pericolosità sociale del reo; la sottoposizione al trattamento di castrazione chirurgica, in caso di recidiva specifica". E ancora: "Chiunque è stato riconosciuto colpevole, con sentenza passata in giudicato, dei reati di cui agli articoli 609-bis, 609-ter, 609-quater, 609-quinquies, 609-octies e 609-undecies del codice penale può sempre chiedere di essere ammesso volontariamente al trattamento farmacologico di blocco androgenico o al trattamento di castrazione chirurgica di cui al presente articolo".