Salvini è pronto a parlare al Senato quando mercoledì la vicenda 'Gregoretti' approderà nell'Aula di palazzo Madama. La sua linea non cambia. Punta ad andare a processo, a non farsi salvare dal Palazzo, e - come ha ripetuto più volte - a portare con se gli italiani per dimostrare di aver agito nell'interesse pubblico.
Il 'Capitano' accusato di non aver autorizzato lo sbarco di oltre 130 migranti sulla nave della Guardia costiera ribadirà le sue ragioni e che il governo era d'accordo con il suo operato, accuserà apertamente il premier Conte e l'allora vicepremier Di Maio di aver cambiato posizione rispetto alla vicenda della nave 'Diciotti' solo per convenienza politica.
Sulla Gregoretti - questa la linea difensiva che verrà confermata - i migranti erano al sicuro e lo sbarco era rallentato solo dalle trattative per la redistribuzione e per la verifica delle persone a bordo, visto che lo stesso governo tedesco aveva fatto sapere che tre persone a bordo erano soggetti in grado di mettere a rischio la sicurezza nazionale.
L'ex responsabile del Viminale al New York Times ha spiegato che sul tema dell'immigrazione non ha nulla da temere e che "la sinistra prova a vincere usando mezzi giudiziari visto che non può vincere attraverso mezzi democratici". Poi l'accostamento al presidente americano Donald Trump: "Tutto finirà in un nulla di fatto, contro di me lo stesso", ha sottolineato.
Per cercare di sovvertire la decisione presa nella Giunta per le autorizzazioni a procedere servirebbe un documento difforme che potrebbe essere presentato - con venti firme - da Fratelli d'Italia e Forza Italia. Entrambi i partiti hanno votato contro l'autorizzazione a procedere e il relatore Gasparri punta a ribadire la sua linea. Ma la decisione se presentare o no il documento non è stata ancora presa.
Al di la' dell'irritazione di una parte di Forza Italia per il fatto che la Lega, insieme a Fdi, martedì scorso ha detto sì all'autorizzazione per l'utilizzo delle intercettazioni contro il senatore Cesaro, nel partito azzurro si cerca di capire quale sarà l'atteggiamento dei leghisti. In Commissione hanno votato sì all'autorizzazione ma nell'Aula potrebbero cambiare strategia.
I consiglieri giuridici di Salvini lo hanno avvisato che un eventuale sì potrebbe rappresentare una sorta di ammissione di colpa e quindi rivelarsi un boomerang. Da qui la valutazione in atto. L'ipotesi è che il gruppo possa uscire dall'Aula o astenersi.