Per Nicola Fratoianni di Leu è come Hannibal Lecter a un convegno vegano. Secondo Andrea Marcucci, è come Nerone alla guida della Protezione Civile. L'oggetto di queste ironie è Stefania Pucciarelli, la senatrice leghista appena eletta presidente della Commissione straordinaria di Palazzo Madama per la tutela e la promozione dei diritti umani. Ad aver suscitato una levata di scudi sono i toni non proprio politicamente corretti usati in passato dalla donna con i social network, dove ha più volte attaccato le minoranze più disparate con toni piuttosto forti. Non c'entra quindi solo l'ovvia contrarietà della sinistra alla sostituzione di Luigi Manconi una figura con idee fortemente conservatrici in campo di diritti dei gay e integrazione degli immigrati e sempre pronta a condividere i meme "stop gender".
Un 'mi piace' inopportuno
Un eccesso di disinvoltura che le è costata una querela per istigazione all'odio razziale, poi archiviata, in seguito a un episodio preciso. Ovvero, quando mise 'mi piace' al commento di un utente che aveva proposto "i forni" come sistemazione alternativa per gli stranieri inseriti nelle graduatorie per gli alloggi popolari. Pucciarelli poi si scusò, tolse il 'like' e giustificò il gesto come una "leggerezza". Ma ormai la frittata era fatta. Uno dei tanti episodi che ricordano quanto attenti bisogna stare sui social network, perché qualunque "leggerezza" prima o poi potrà ritorcersi contro di te, soprattutto se sei un rappresentante delle istituzioni.
Non si tratta però dell'unico caso che fece discutere in passato. Nel luglio 2012 scrisse che "se uno deve pagare per essersi difeso, è meglio che la mira la prenda per bene" a proposito della vicenda di Ermes Mattielli, il cittadino veneto che fu condannato a pagare un risarcimento di 120 mila euro dopo aver sparato a dei ladri di etnia rom. E proprio i rom sono uno dei principali bersagli delle sue invettive, dai continui appelli alle ruspe per demolirne i campi alle critiche nei confronti di proposte come quella, della sindaca di Roma Virginia Raggi, di fornire servizi di "mental coach" ai nomadi. A tale proposito, la senatrice parlò di "evoluzione bocconiana dei rom". Era il 24 luglio. Il governo gialloverde era già nato.
La senatrice ne ha anche per M5s
Gli stessi Cinque stelle, che pure hanno votato a favore della sua nomina, non sono mancati tra i bersagli di Pucciarelli. "Ora capisco perché le zecche dei centri sociali non vanno a tirar sassi nei comizi del Pd e dei 5 Stelle: in loro hanno trovato chi li tutela", scrisse l'esponente leghista su Facebook nel maggio 2015, attaccando una manifestazione a favore dell’introduzione del reato di tortura nel codice penale italiano che aveva avuto anche il sostegno dei grillini.
Ma, di fronte alla salva di critiche, Pucciarelli non si scompone: "Io rispondo con i fatti: la settimana prossima avrà luogo la prima riunione degli uffici di presidenza della commissione, dove saranno invitati anche gli esponenti dell’ opposizione. Io mi soffermo solamente sul fare e non sul dire", leggiamo sul Corriere. "Non mi devo pentire di una cosa che già all’epoca avevo chiarito - spiega a proposito dell'episodio che le costò la querela - era semplicemente un like in un commento di una persona che io conosco, come me volontario in Croce rossa, con cui ci siamo sempre prodigati per aiutare il prossimo indipendentemente dall’etnia o dal colore della pelle". Ma la polemica è solo iniziata.