Matteo Salvini torna ad attaccare i giudici accusando "alcuni" di loro di "fare politica", anche se spiega di non vedere un "disegno generale" dietro la vicenda del sequestro dei fondi al suo partito.
Ma, all'indomani della pubblicazione delle motivazioni con cui la Cassazione ha dato il parere favorevole al sequestro, la Lega non indietreggia e fonti di Via Bellerio fanno trapelare che il partito chiederà un incontro urgente sul tema a Sergio Mattarella, da tenersi non appena il presidente della Repubblica rientrerà dalla missione in Lituania.
La Lega attacca...
Nei prossimi giorni la richiesta potrebbe essere ufficializzata, ma è ovvio che prima di allora nulla trapeli dal Colle. Mentre fonti parlamentari fanno notare che mai il Capo dello Stato ha commentato sentenze della magistratura, la stessa richiesta è senza precedenti e del resto è proprio la Lega per prima a considerare le decisioni dei giudici senza precedenti, un gravissimo attacco alla democrazia.
Un atto che, per la Lega, ha l'obiettivo di mettere fuori gioco per via giudiziaria un partito dato come prima forza politica in Italia dai più recenti sondaggi. Un attacco alla Costituzione - ci si spinge a sostenere da Via Bellerio - perché si nega il diritto a milioni di italiani di essere rappresentati.
...la Procura si difende
Alle accuse di Salvini ha replicato il procuratore capo di Genova, Fancesco Cozzi: "Dire che è un processo politico è come dire che un chirurgo quando opera compie un intervento politico su un paziente perchè è di un partito o di un altro. La procura di Genova lavora solo su profili tecnici", ha puntualizzato. "Ci sono stati altri procedimenti avviati dai nostri uffici che hanno riguardato esponenti di partiti diversi, basti pensare all'alluvione - ha ricordato Cozzi in riferimento al processo in cui è stata condannata l'ex sindaco di centrosinistra, Marta Vincenzi - e oltre a ciò, a livello istituzionale, operiamo spesso in ottima sinergia con gli enti locali".
Sul fronte della cronaca giudiziaria, la Procura di Genova ha oggi precisato che la decisione di procedere con i sequestri dei fondi della Lega diventerà eseguibile a condizione che la sentenza del Tribunale del riesame segua il principio affermato dai giudici della Cassazione. Il parere del riesame potrebbe non arrivare prima dell'autunno. E la Lega comunque potrebbe nuovamente appellarsi alla Suprema Corte.
Una querelle lunga un anno
La querelle sul sequestro dei fondi tra Lega e Procura di Genova è una vicenda che si trascina da almeno un anno. Nel luglio 2017, in seguito alle condanne per truffa aggravata ai danni dello Stato di Umberto Bossi (2 anni e 5 mesi), di Francesco Belsito (4 anni e 10 mesi) e di altre 5 persone (tre dipendenti del partito e due imprenditori), i giudici di Genova disposero anche la confisca diretta di quasi 49 milioni di euro a carico del Carroccio, perché "somma corrispondente al profitto, da tale ente percepito, dai reati per i quali vi era stata condanna".
Di conseguenza, la Procura chiese e ottenne, nel settembre 2017, il sequestro preventivo finalizzato alla confisca della somma indicata. Ma le cifre finora effettivamente sequestrate sono state pari a poco più di 2 milioni. Qui si inserì la richiesta dei pm di estendere l'esecuzione del sequestro, richiesta poi respinta dal Riesame di Genova. La Cassazione, con la sua decisione del 12 aprile 2018 e le cui motivazioni sono state pubblicate ieri, ha accolto il ricorso della Procura e ha stabilito "l'esistenza di disponibilità monetarie della percipiente Lega Nord che si sono accresciute del profitto di reato, legittimando così la confisca diretta del relativo importo, ovunque e presso chiunque custodito e quindi anche di quello pervenuto sui conti e/o depositi in data successiva all'esecuzione del provvedimento genetico".
La Suprema Corte ha rinviato gli atti ai giudici del Riesame di Genova che ora dovranno pronunciarsi nuovamente, ma seguendo le indicazioni della Cassazione, e quindi a favore dell'estensione del sequestro.