Sono in tutto 8 gli assenti 'non giustificati' al momento del voto di fiducia al Senato. Scorrendo i tabulati, infatti, risultano assenti al momento della votazione il senatore M5s Alfonso Ciampolillo, l'ex M5s ora al Misto Saverio De Bonis, due voti che sono mancati alla maggioranza giallorossa, che sulla carta contava ad incassare almeno 171 voti e invece ne ha ottenuti 169, e i 5 senatori di Forza Italia (Berutti, Conzatti, Giammanco, Modena e Stabile).
Infine risulta assente anche il senatore a vita Renzo Piano. Sono invece 5 gli assenti 'giustificati' in quanto in congedo: la senatrice M5s Bogo Deledda, il leghista Umberto Bossi, il senatore a vita Giorgio Napolitano, la dem Rojc e il senatore a vita Carlo Rubbia.
I numeri stretti al Senato
I giallorossi rischiano di non avere al Senato la maggioranza assoluta, fissata a quota 161, e fermarsi invece a 160 (o 159) senatori. Diventa a questo punto rilevante cosa deciderà di fare il dem Matteo Richetti, che oggi si è astenuto "per coerenza" e ha poi annunciato di voler lasciare il gruppo dem e passare al Misto. Ma i riflettori sono puntati anche sul pentastellato Ciampolillo.
Già nella votazione di oggi sulla fiducia al governo Conte II, la maggioranza ha raggiunto i 169 sì grazie al 'soccorso' esterno, tra gli altri, di tre senatori a vita (Monti, Segre e Cattaneo), di diversi senatori delle Autonomie (tra cui Bressa e Casini) e di due senatori del Maie ed alcuni ex M5s.
Tra le fila della maggioranza organica che sostiene il governo, ovvero M5s, Pd e Leu, infatti, sono mancati alcuni voti: il M5s Ciampolillo che non ha partecipato al voto di fiducia. Il pentastellato Paragone che si è astenuto, il dem Richetti, anche lui astenuto, le assenti 'giustificate' Bogo Deledda (M5s) e Rojc (Pd). In tutto, 5 voti.
Va ricordato che nel voto di fiducia, come nella maggior parte delle votazioni, non è richiesta la maggioranza assoluta di 161 voti. Lo è solo in alcuni casi, come ad esempio per l'approvazione del Def o delle riforme costituzionali nell'ultimo via libera. Fatto sta che al momento, se la situazione fotografata oggi al Senato in occasione del voto di fiducia al governo Conte II non dovesse mutare per quel che riguarda il solo perimetro 'ufficiale' della maggioranza di governo (M5s, Pd e Leu), i giallorossi non sono autosufficienti a palazzo Madama per un voto.
Si fermano, infatti, a 160. Nel dettaglio: M5s sulla carta parte da 107 voti, ma difficilmente il senatore Paragone, contrario alla nascita del governo Conte II, potrà votare in futuro in conformità con la maggioranza giallorossa. Da capire se Ciampolillo, oggi assente 'non giustificato' stando ai tabulati, rientrera' nei 'ranghi' o meno. Considerando l'ipotesi positiva per la maggioranza di un suo 'rientro', i 5 stelle possono contare su 106 voti (anche se la senatrice Bogo Deledda e' assente da tempo per motivi di salute, quindi i numeri scenderebbero a 105).
Il Pd ha 51 senatori, ma Richetti oggi non ha votato e ha annunciato di voler lasciare il gruppo. Quindi i numeri dei dem scendono a 50. Infine Leu: i quattro senatori hanno votato compatti e senza assenze. Il totale, stante l'attuale situazione, e considerato il 'recupero' di Ciampolillo, e' di 160 senatori a sostegno del governo. Se invece Ciampolillo dovesse confermare la contrarietà al governo, l'asticella scenderebbe a 159.