Voto ai sedicenni in meno di un anno: questa una delle priorità che il nuovo governo giallo-rosso dovrebbe fissare in agenda, secondo l’ex premier Enrico Letta. In un’intervista a Repubblica, il direttore dell’Istituto di Studi politici a Parigi chiede al nuovo governo di riaprire il fascicolo Ius Culturae e di abbassare l’età di voto a sedici anni: “Il mio lavoro sono i ragazzi, è a loro che bisogna pensare”.
Secondo Letta si tratta di misure urgenti e facilmente approvabili in parlamento con questa maggioranza. “È un modo per dire a quei giovani che abbiamo fotografato nelle piazze, lodando i loro slogan e il loro entusiasmo: vi prendiamo sul serio e riconosciamo che esiste un problema di sottorappresentazione delle vostre idee, dei vostri interessi. Il momento è ora, non si aspetti per ottenere di più”.
Nel 2017 il Movimento 5 Stelle aveva avanzato la proposta per bocca di Beppe Grillo che, attraverso un post sul suo blog, aveva annunciato che “il M5s si batterà per dare il diritto di voto ai sedicenni”. Grillo lamentava, inoltre, che “solo in Italia per eleggere una delle due Camere [il Senato] bisogna aver compiuto 25 anni, causando distorsioni vistose nella composizione di Camera e Senato che sono tra le cause dell’ingovernabilità”.
Oggi in Italia godono del diritto di voto tutti i cittadini di almeno 18 anni. Per l'elezione del Senato, poi, è richiesta l'età minima di 25 anni. Diciotto anni è la soglia minima per recarsi alle urne anche in Usa, Canada, Cina, India e Russia e in Ue, fatta eccezione per alcune realtà.
Nel maggio del 2007, il Consiglio dei ministri austriaco ha approvato l'abbassamento dell'età per il diritto di voto. I sedicenni possono esercitarlo in tutte le elezioni, mentre per poter essere eletti bisogna avere almeno 18 (35 per diventare presidente della Repubblica). La maggiore età è rimasta a 18 anni.
In Scozia gli under 18 hanno potuto votare al Referendum per l’Indipendenza del 2014 (ma l’esclusione dei 16enni dal voto sulla Brexit ha suscitato notevoli polemiche) e, dal 2015, i più giovani possono esprimere il loro voto in tutte le consultazioni politiche (nazionali e locali) del loro Paese.
In Germania il diritto di voto ai 16enni è garantito nelle elezioni dei Parlamenti di alcuni Länder.
Nel 2011 la Norvegia ha fatto una sperimentazione estendendo il diritto ai 16enni per le elezioni locali.
Tra i Paesi extra-europei che permettono il voto ai sedicenni figurano l’Argentina e il Brasile, Paesi in cui il voto nella fascia 18-70 anni è obbligatorio e chi si sottrae rischia una multa. Le urne sono aperte ai sedicenni anche a Cuba, in Ecuador - che prevede voto obbligatorio da 18 a 65 anni - e in Nicaragua.
Cinque Paesi, riporta Pagella Politica, prevedono il voto a 17 anni: Timor Est, Etiopia, Indonesia, Corea del Nord e Sudan.