A dar fuoco alle polveri è stata una dichiarazione di Lucia Borgonzoni. La candidata della Lega alle regionali in Emilia Romagna ha sollevato il caso di Junior Cally, il rapper romano invitato sul palcoscenico di Sanremo, definendolo "disgustoso". A indignarla è il testo di una canzone del 2017 che, dice, "incita al femminicidio, allo stupro, alla violenza".
In effetti le rime del brano sono inequivocabili: "Lei si chiama Gioia, ma beve poi ingoia / Balla mezza nuda, dopo te la da / Si chiama Gioia perché fa la troia (...) L’ho ammazzata, le ho strappato la borsa / C’ho rivestito la maschera"
"Non può esibirsi tra i big del festival nazional popolare più famoso del Paese davanti a un pubblico di famiglie, giovani e bambini. È indegno" dice Borgonzoni. E trova eco bipartisan, a partire dal suo partito. "Grave che Sanremo dia una patente di credibilità a certi personaggi. Un esempio assolutamente sbagliato da dare ai nostri figli, che vanno ad ascoltare altre canzoni di questo pseudo artista e magari pensano che i loro contenuti siano del tutto normali. Invece, si intossicano di messaggi di odio e violenza" scrivono i capigruppo di Senato e Camera, Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari, che puntano il dito contro l'ad della Rai, Fabrizio Salini, e dello stesso conduttore del festival, Amadeus, già al centro delle polemiche per la presentazione, definita sessista, delle vallette durante la tradizionale conferenza stampa che anticipa il Festival.
"Ogni artista" affermano i leghisti - è libero di proporre la musica e i testi che ritiene, ma al Festival di Sanremo - visto che viene trasmesso dalla Tv di Stato - occorre mettere dei filtri. Se siamo giunti a questo punto, c'è stata evidentemente una gestione superficiale da parte dell'Ad della Rai e dello stesso Amadeus, che ha già dimostrato di non meritare la fiducia della Rai con le sue frasi sulle donne". E da Ravenna Matteo Salvini ricorda l'approvazione del Codice Rosso "per salvare le donne" e definisce Junior Cally un "cretinetti disadattato".
Per il Pd parla la presidente della Commissione femminicidio, la senatrice Pd Valeria Valente. "Sarebbe grave se la tv di Stato desse spazio ad un artista come Junior Cally, che nei suoi testi incita alla violenza sulle donne. E andrebbe oltretutto in controtendenza rispetto all'impegno assunto proprio dai vertici Rai che, auditi qualche settimana fa in Commissione femminicidio, avevano garantito la massima attenzione su questo terreno".
Le deputate dell'Intergruppo chiedono che, all'avvio del Festival, "Amadeus si scusi pubblicamente e riaffermi l'impegno della Rai nella lotta alla violenza, alle discriminazioni e ai pregiudizi di genere". "Risulta del tutto incomprensibile che - attraverso le parole del direttore artistico e conduttore della più importante manifestazione musicale del paese - il servizio televisivo pubblico promuova un modello diseducativo di donna bella e disposta a occupare ruoli di secondo piano per non fare ombra al proprio compagno famoso. È lo specchio di una cultura secondo cui la donna non deve avere meriti particolari, se non quello di essere di bell'aspetto e di saper stare 'un passo indietro' (riferimento alla presenza, tra le 10 donne che si succederanno sul palcoscenico dell'Ariston, a Francesca Sofia Novello, fidanzata di valentino Rossi, ndr). E a proposito di Junior Cally "appare evidente che la direzione artistica del Festival di Sanremo 2020 sia in palese contrasto con il contratto di servizio della Rai, i cui principi generali prevedono di 'superare gli stereotipi di genere, al fine di promuovere la parità e di rispettare l'immagine e la dignità della donna".
Alla fine arriva anche la risposta dello staff del rapper. "Non capiamo se sia una polemica di carattere musicale o politica", visto che della partecipazione "si ha notizia dal 31 dicembre e tutti i suoi testi sono disponibili sul web. Mentre del testo di "No grazie" selezionato al Festival di Sanremo e delle sue rime antipopuliste si è venuti a conoscenza solo il 16 gennaio. Il giorno dopo, per pura coincidenza, si accendono polemiche legate a canzoni pubblicate da anni in un età in cui Junior Cally era più giovane e le sue rime erano su temi diversi da quelli di oggi".
Cally, dicono dall'ufficio stampa, "è contro il sessismo, i passi avanti o indietro, e ovviamente - sembra banale dirlo, ma non lo è - contro la violenza sulle donne". E per dare il senso del testo di 'Strega' cita Tarantino e Kubrick, Gomorra a Caravaggio e scrittori come Nabokov e Bret Easton Ellis. "L'arte può avere un linguaggio esplicito e il rap, da sempre, fa grande uso di elementi narrativi di finzione e immaginazione che non rappresentano il pensiero dell'artista". "La storia della musica ha tantissimi esempi di racconto del mondo attraverso immagini esplicite, esagerate e spesso allegoriche". E poi viene ricordato che volendo rimanere circoscritti al Festival di Sanremo, "molti artisti che hanno calcato il palco dell'Ariston (in gara o come ospiti) hanno usato frasi più che esplicite" ed anche quest'anno da parte di qualcuno in gara o da parte di "co-conduttori all'Altro Festival". Inoltre viene rilevato che sempre a Sanremo "negli anni scorsi venne invitato Eminem come ospite internazionale. Sin dagli inizi della sua carriera è stato accusato di scrivere testi inneggianti alla violenza sulle donne". "Due sono le cose" incalza lo staff, "o si accetta l'arte del rap, e probabilmente l'arte in generale, che deve essere libera di esprimersi, e si ride delle polemiche. Oppure si faccia del Festival di Sanremo un' ipocrita vetrina del buonismo, lontana dalla realtà e succursale del Parlamento italiano".
A chiudere la giornata - e la vicenda - potrebbero essere le parole del presidente della Rai, Marcello Foa, secondo cui la presenza di Junior Cally al Festival di Sanremo è "eticamente inaccettabile". Foa mette la palla nelle mani di Amadeus che "gode di stima anche per essere persona moderata e di buon senso". "Sappia riportare il Festival nella sua giusta dimensione", chiede.