Articolo aggiornato alle ore 17,52 del 7 maggio 2018*.
In una brusca accelerazione della crisi politica che dura da oltre due mesi, Lega e M5S hanno annunciato un accordo per andare ad elezioni anticipate l'8 luglio. Una mossa che pone i due partiti in aperto contrasto con la linea del Quirinale: anticipa di poche ore la decisione di Sergio Mattarella di nominare un suo governo da presentare alle Camere e tenta così di forzare la mano al Colle. Lo scioglimento di Senato e Camera è prerogativa del Capo dello Stato come anche la scelta dei suoi tempi.
Il "niet" di Di Maio e Salvini
"Senza un governo politico la possibile data per votare è l'8 luglio", ha detto Luigi Di Maio al termine di un incontro con Matteo Salvini. I due si sono visti alla Camera dopo il giro di consultazioni - il terzo - voluto da Mattarella per cercare di uscire dalla situazione di stallo.
"Governi tecnici alla Monti non sono possibili e per evitare che gli italiani perdano ancora 3-4 mesi di tempo sentendo parlare solo di legge elettorale, penso che la data dell'8 luglio sia quella più netta, più vicina, più efficace per dare finalmente un governo a questo Paese", gli ha fatto eco il leader leghista.
Il terzo giro di consultazioni è andato male, malissimo. L’apertura di ieri del leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio ad un governo con la Lega guidato da una personalità terza (né Di Maio, né Salvini) non è stata raccolta dal leader della Lega, che ha scelto di tenere unito il centrodestra e non dare al capo dello Stato la propria disponibilità ad un’alleanza di governo con i pentastellati. Ma andiamo con ordine.
Ma Berlusconi lascia trapelare le sue perplessità
La Lega e Fratelli d’Italia ora guardano alle mosse di Berlusconi per capire se chiuderà realmente la porta ad un eventuale governo del presidente.
Nella riunione del centrodestra che si è tenuta stamane prima delle consultazioni, Forza Italia si è detta poco entusiasta del ricorso alle elezioni anticipate. Tanto che lo stesso Giovanni Toti, normalmente indicato come vicino al Carroccio, esprime i suoi dubbi: “Visti i tempi della politica sono un po' perplesso che si riesca a votare il prossimo 8 luglio".
La rabbia di Emma, i preparativi del Pd
Scontata l’opposizione di Emma Bonino, che avverte: con questi tempi gli unici a potersi organizzare per presentare le loro liste sono centrodestra, grillini e Pd.
Proprio il Pd si prepara fin da subito alle urne. Paolo Gentiloni candidato premier e la composizione delle liste elettorali affidata a un ‘triumvirato’ che garantisca la rappresentatività delle varie anime del Partito Democratico. Sarebbe questo lo schema seguito dai dem in caso di voto anticipato e in tempi brevi. Una soluzione obbligata, spiegano fonti Pd, dato che non ci sarebbe il tempo di eleggere un nuovo segretario con il congresso. A nominare il triumvirato sarebbe l’assemblea che si dovrebbe tenere entro il mese di maggio.
I grillini non si assumono responsabilità
Intanto Di Maio mette le mani avanti per respingere un’accusa che, in caso di ricorso alle urne, gli verrà sicuramente mossa: quella di aver giocato allo sfascio. "Se c'è una paralisi non è responsabilità nostra”, afferma, “nessuno potrà mai dire nella storia che il Movimento non ci ha provato fino alla fine".
La campagna elettorale, dopo le consultazioni di oggi ed il loro stallo, sembra essere già iniziata. Almeno per qualcuno.
Cosa ha detto Di Maio a Mattarella
"Oggi siamo in un'altra fase. Sono disponibile a scegliere un premier terzo che faccia un contratto di governo con tre condizioni intrattabili: reddito di cittadinanza, abolizione della Fornero, una seria legge anticorruzione". Queste le parole che sempre Di Maio aveva pronunciato al termine delle consultazioni al Quirinale, questa mattina.
La Lega – ha raccontato Di Maio - è stata "la prima scelta", in quanto "l'altro vincitore", di qui la proposta di contratto e qui "cinquanta giorni di dialogo" con la pregiudiziale dall'altra parte di tenere unito il centrodestra e di fargli esprimere il presidente del Consiglio". Poi, ha raccontato ancora Di Maio che passa alla moviola i vari passaggi della crisi, ecco le esplorazioni di Casellati e Fico. Quindi "se siamo arrivati qui è perché c'è stato molto cinismo e non valutazioni legate al bene del Paese".
Cosa ha detto Salvini
Pochi minuti, e da Mattarella è entrata la delegazione del centrodestra. Al termine dell’incontro, ha parlato Matteo Salvini (vicini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, che questa volta ha ascoltato corrucciato le parole del leader leghista, nessun gesto nessun sorriso).
"No a un governo tecnico", ha dichiarato Salvini, che ha rivendicato per il centrodestra il 'peso' della "coalizione che rappresenta maggiormente le sensibilità del Paese". Poi: “Confidiamo nelle prossime ore di essere messi finalmente al lavoro". "Confidiamo che il Presidente della Repubblica ci dia modo di trovare una maggioranza, che contiamo di poter trovare, mettendoci in campo personalmente e direttamente".
I leader del centrodestra hanno dunque chiesto a Sergio Mattarella l'incarico di governo per la coalizione. La proposta di un premier terzo a capo di un governo M5s-Lega, senza dentro Silvio Berlusconi, è stata rispedita al mittente.
*Cosa farà ora Mattarella
Mattarella assumerà una decisione in ogni caso, mettendo in campo un esecutivo 'del presidente', nella speranza che le forze politiche gli diano la fiducia per varare la manovra e portare il paese fino a dicembre quando si potrebbero sciogliere le Camere per votare nei primi mesi del 2019.
Il capo dello Stato potrebbe comunque proporre un esecutivo di personalità super partes da presentare alle Camere. Se questo governo otterrà la fiducia potrebbe varare la manovra di bilancio e poi a portare il paese al voto nella primavera prossima. Se invece i partiti non votassero la fiducia il governo diventerebbe elettorale: gestirebbe solo le elezioni. Questa ovviamente per il Quirinale sarebbe l'ipotesi peggiore.