Decreto Semplificazioni al Senato, referendum propositivo e mozioni sulla Tav alla Camera. Sono i temi che impegneranno il Parlamento la prossima settimana. Ma i riflettori saranno puntati soprattutto sulla Giunta per le autorizzazioni di palazzo Madama, dove mercoledì 30 gennaio approderà il 'caso Salvini'.
L'organismo, guidato da Maurizio Gasparri (FI), avvierà l'esame della richiesta di autorizzazione a procedere inviata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania nei confronti di Matteo Salvini, ministro dell'Interno e senatore della Repubblica, per la vicenda della nave Diciotti, risalente allo scorso agosto.
Il caso Salvini
Secondo i magistrati, Salvini avrebbe "abusato dei suoi poteri" e "privato della libertà personale 177 migranti di varie nazionalità". Il reato di cui è accusato il titolare del Viminale è "sequestro di persona, aggravato dall'aver agito nelle veste di pubblico ufficiale e con abuso dei poteri inerenti alle funzioni esercitate nonché per averlo commesso anche in danno di soggetti di minore età".
La Giunta deve riferire al Senato nel termine di trenta giorni dalla data di assegnazione della domanda (il 23 gennaio), salvo che le sia stato concesso, e per una sola volta, un nuovo termine che non può superare quello originario.
Successivamente toccherà all'Aula, che dovrà pronunciarsi entro trenta giorni dal voto della Giunta. A maggioranza assoluta dei suoi componenti l'Assemblea può negare l'autorizzazione a procedere ove reputi, con valutazione insindacabile, che l'inquisito abbia agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell'esercizio della funzione di governo.
Chi sta con Salvini in Giunta e chi alla Camera
In Giunta non dovrebbero esserci problemi per il leader leghista: Forza Italia e FdI hanno già preannunciato che si esprimeranno contro la richiesta dei giudici. Quindi, anche qualora dovessero esserci dei 'distinguo' all'interno del Movimento 5 stelle, Salvini potrebbe comunque contare sui voti delle altre forze di centrodestra.
Più spinosa la questione in Aula, dove potrebbe ripetersi la 'diatriba' sullo scrutinio segreto. Già in passato, il voto segreto fu protagonista di accese polemiche, come nel 2016 quando l'Aula di palazzo Madama non autorizzò i magistrati a utilizzare le telefonate tra Silvio Berlusconi e le cosiddette 'olgettine' e il Pd accusò i Cinque Stelle di aver "salvato" il leader di FI nel segreto dell'urna.
Il decreto semplificazioni e la Tav
Quanto ai lavori parlamentari, lunedì 28 gennaio, il decreto Semplificazioni, dopo vari rinvii e un iter 'travagliato' minato da divisioni interne alla maggioranza e allo stesso governo, approderà nell'Aula del Senato, con il voto finale previsto l'indomani, martedì. Anche se al momento non vi è alcuna dichiarazione ufficiale in tal senso, il governo potrebbe anche porre la questione di fiducia, sia per mettersi al riparo da possibili incidenti di percorso che per evitare ulteriori dilazioni dei tempi, visto che il decreto scade il 12 febbraio e deve ancora passare all'esame della Camera.
Dopo il via libera al provvedimento, già nella stessa giornata di martedì o in altra seduta, il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, riferirà in Aula sulla situazione in Venezuela. Alla Camera, invece, potrebbe incassare il primo via libera la riforma costituzionale che introduce il referendum propositivo.
L'esame dei circa 700 emendamenti riprenderà martedì, e proseguirà anche nelle giornate di mercoledì e giovedì. Finora i lavori però sono andati avanti a rilento e, quindi, non è escluso che la maggioranza giallo-verde miri a protrarre l'esame fino ai primi giorni di febbraio, così da far scattare i 'tempi contingentati' e accelerare l'iter. Altro tema 'delicato' le mozioni sulla Tav.
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Il voto sui documenti presentati dalle opposizioni potrebbe creare qualche problema all'interno della maggioranza, dove i 5 stelle puntano a bloccare l'opera mentre la Lega è contraria allo stop dei lavori.