Dopo nemmeno due settimane di governo giallo-verde una indicazione sta emergendo chiara e netta: c’è un uomo solo che detta la linea, e quasi sempre si preoccupa anche di realizzarla concretamente. Si tratta di Matteo Salvini, che nei media – e forse non solo quelli – sta oscurando l’immagine degli alleati e dello stesso premier, Giuseppe Conte. E Lucia Annunziata su Huffington Post parla di "Premier di fatto".
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Cronaca delle ultime ore: "Se non arrivano le scuse ufficiali fa bene il premier Conte a non andare in Francia” (non lo dice il ministro degli esteri Moavero Milanesi, ma il ministro dell’interno); "Il regolamento di Dublino" sui rifugiati "oggi va superato: penso che col collega tedesco e col collega austriaco proporremo noi una nostra iniziativa" (idem).
Sempre nello stesso lasso di tempo: “Fosse per me non ci sarebbe alcun limite al pagamento in contanti” (non il ministro dell’economia, Tria, ma il vicepresidente del Consiglio); “L’obiettivo è smontare pezzo per pezzo la legge Fornero, quindi mantenere quello che ci siamo impegnati a fare in campagna elettorale, reintroducendo da subito quota 100 sommando gli anni di contributi ed età anagrafica avendo come obiettivo finale quota 41” (non il ministro del lavoro Di Maio, ma Salvini).
Ancora nelle ultime ore: “La cedolare secca ha funzionato per portare ordine nell'affitto privato, perché non portarla anche nel settore commerciale?" (non il Presidente del Consiglio, ma il segretario della Lega); “Ridurremo le tasse, non aumenteremo Iva e accise, ma avvieremo già nel 2018 la rivoluzione fiscale impostata sulla flat tax" (come sopra).
Gli equilibri si spostano
I giornali iniziano a cogliere lo scuotimento di pesi che è in corso nell’esecutivo. “Ancora una volta”, scrive La Repubblica riferendo dei contrasti con Parigi, “la linea della guerriglia indiscriminata ai principali partner continentali la impone proprio il leader del Carroccio, che si muove da premier in pectore e guida una girandola di contatti che passano sopra la testa di Conte”.
C’è chi chiede a Conte di uscire allo scoperto
Ugualmente La Stampa dipinge un premier che, di fronte alla fuga in avanti di Salvini, si muove solo in un secondo momento: “Anche Conte segue la scia del leghista, ma decide di contrattaccare solo quando è il presidente francese in persona a intestarsi la sconfessione della strategia italiana, definendo «cinici e irresponsabili» i comportamenti di Roma”. E il Fatto Quotidiano chiede esplicitamente a Conte di non lasciarsi rubare la scena dalla propaganda leghista.
I Cinque Stelle iniziano a scalpitare
La tendenza al protagonismo di uno solo degli elementi del governo non è, storicamente, di aiuto per la durata di un esecutivo. Ma oggi almeno Salvini, come scrive ancora La Repubblica, ha trovato in Emmanuel Macron chi gli abbia fatto il più grande dei favori. Con le sue esternazioni ha ricompattato il governo e, a sentire Il Corriere della Sera, “diplomatizzato i malumori dei Cinque Stelle su un protagonismo salviniano che tende a abbattere le competenze tra ministeri e rende il leader del Carroccio l’apparente capo del governo”. Mercoledì al Senato ha detto che il premier Conte farebbe bene ad annullare la visita a Parigi, e qualche ora dopo Conte l'ha annullata.
L'ultimo dei casi. Ma per molti commentatori un problema c'è, e il caso Macron l'ha solo spostato sotto il tappeto.