Matteo Salvini e Viktor Orban stringono un 'patto' pre-voto per fare pressing sul Partito popolare europeo affinché abbandoni l'alleanza coi Socialisti e volga lo sguardo a destra. Accolto come un "eroe" (parole di Orban), il ministro dell'Interno italiano si è trasferito in elicottero al confine con la Serbia, appena atterrato a Budapest.
Lì lo attendeva il primo ministro ungherese che lo ha accompagnato nella visita sulle torri di controlli e nei furgoni di comando delle forze dell'ordine che controllano le due barriere metalliche alte quattro metro e lunghe centinaia di chilometri che proteggono il confine. Incontro istituzionale con il collega ungherese nella sede del ministero dell'Interno di Budapest, poi colazione di lavoro (alle 17) con Orban, allargata ad altri membri dell'esecutivo.
"Serve un'alleanza contro l'immigrazione"
Nella conferenza stampa al termine dell'incontro, il messaggio di Salvini e Orban al Ppe è stato netto. "Dipende dalla direzione che prende il Ppe", ha risposto Orban a chi gli chiedeva se Fidesz, ora sospeso, rimarrà nei Popolari europei anche dopo il 26 maggio. "Sul nostro destino decideremo noi stessi. Se il Ppe si lega alla sinistra europea in quella collaborazione sarà difficile trovare il nostro posto, sia ora sia dopo le lezioni", ha poi avvertito.
"Sono convinto che l'Europa abbia bisogno di una alleanza di partiti contro l'immigrazione. La questione è se il Ppe sarà una comunità abbastanza democratica da garantire differenza di pensiero", ha poi sottolineato. "Spero che si possa dialogare coi conservatori per lasciare fuori dalle stanze la sinistra che ha voluto il male dei popoli europei", gli ha fatto sponda Salvini. "Se fosse prevalente la visione di Viktor Orban l'alleanza" con il Ppe "sarebbe nelle cose", ha poi sostenuto.
In una giornata segnata dalla conferenza stampa a sorpresa del presidente del Consiglio Giuseppe Conte sul caso di Armando Siri, Salvini ha insistito più volte nel sottolineare la distanza dalle questioni "locali" italiane. Il governo approvi "subito la flat tax", ha chiesto al termine della visita, spostando l'attenzione su altro. "Il resto è noia", ha tagliato corto, citando la canzone di Franco Califano.
Durante la visita a Budapest, Salvini ha sostenuto che vi è totale identità di vedute tra la politiche per l'immigrazione messe in atto in Italia e quelle in Ungheria: blocco degli arrivi via terra e via mare e no redistribuzione dei migranti. Inoltre, ha chiesto la revisione degli accordi commerciali con i Paesi extra Ue che non favoriscono i rimpatri dei loro connazionali. E sostenuto che se continua l'alleanza di socialisti e popolari avremo presto "un califfato islamico" in Europa.
La cena tra i due leader
Orban e Salvini hanno mangiato una zuppa con carne e verdure (piatto nazionale ungherese), pesce, e dolce al cioccolato. I due leader hanno chiacchierato a tavola per quasi un'ora, dopo un aperitivo sorseggiato sulla terrazza dell'ex monastero diventato residenza e sede del Primo ministro e che vanta una vista mozzafiato sulla città, fanno trapelare fonti del Viminale.
Tra una portata e l'altra, la prima domanda di Orban è stata sullo stato di salute "dell'amico Berlusconi". Dopo la risposta rassicurante del vicepremier italiano, la discussione ha toccato altri temi. Non solo immigrazione, ma anche fisco, difesa dell'ambiente e futuro dell'Europa. Orban e Salvini hanno confermato il feeling - umano oltre che politico - già visto a Milano, si sottolinea, quando il leader ungherese aveva incontrato il responsabile del Viminale in prefettura, il 28 agosto scorso.
Entrambi hanno convenuto che le prossime elezioni europee saranno decisive, per ridisegnare il futuro dell'Europa. Salvini ha lodato le riforme fiscali di Budapest e la velocità con cui è stato realizzato il cosiddetto muro per la protezione dei confini. Prima di alzarsi da tavola e presentarsi in conferenza stampa con Orban, Salvini ha chiuso con una battuta: "Ora i giornalisti ci vorranno convincere che dobbiamo litigare...".
Per lo spitzenkandidat socialista è una "sceneggiata"
"Oggi in Ungheria c'è stata questa sceneggiata d'amore tra Orban e Salvini, che significa discriminazione", è il commento del Frans Timmermans, candidato del Partito Socialista Europeo alla guida della Commissione Ue. "La maggior parte degli europei - ha aggiunto - vuole andare avanti non indietro. Gli europei vogliono uguaglianza tra donne e uomini, tra religioni e nazionalità; vogliono trovare soluzioni insieme, con il dialogo. E vogliono considerare l'economia in modo sostenibile". "L'Europea - ha concluso - oggi è sfidata in alcuni stati membri; dobbiamo alzarci in piedi e dare una voce agli europei che vogliono un'Europa libera e sostenibile".