Matteo Salvini è andato a pesca di voti nell'estrema destra o no? L'abboccamento tra il leader della Lega e quello di CasaPound ha generato non pochi imbarazzi nel centrodestra, tanto che Salvini è stato costretto a ridimensionare il corteggiamento e ad assicurare di non essere a caccia del voto di altri.
Tutto comincia con l'offerta di CasaPound, raccontata da Repubblica. "Se c'è la possibilità di fare un governo sovranista che ci porta fuori dall'euro e fuori dall'Unione Europea e che blocca l'immigrazione - i tre punti principali del nostro programma - siamo pronti a sostenerlo" dice Simone Di Stefano, candidato premier di CasaPound, a Radio24 che fissa anche qualche 'paletto': no a Tajani premier né a Brunetta ministro e Salvini premier e Alberto Bagnai all'economia.
"Siamo pronti a sostenere il governo esternamente, ovviamente la fiducia è una delle prassi per far nascere un esecutivo, però, poi sarebbe un appoggio esterno. Non vogliamo ministeri, non vogliamo sottosegretariati" dice Di Stefano parlando con la convinzione che il suo movimento raggiungerà la soglia di sbarramento del 3% necessaria per arrivare in Parlamento,
Il leader leghista non respinge l'avance: "Mi occupo di Lega e di centrodestra, lavoro perché gli italiani scelgano un governo di centrodestra a guida leghista" dice "Dal 5 marzo incontrerò tutti".
Se non sono prove d’intesa, poco ci manca, secondo il Fatto che ricorda come i due, anche se non insieme, hanno condiviso solamente la settimana scorsa il palco del congresso confederale dell’Ugl a Roma. E il 28 febbraio 2015 l’estrema destra partecipò a una manifestazione della Lega nella Capitale.
Un’endorsement che, se accettato, sposterebbe ancora più a destra il baricentro della coalizione e che "non fa fare i salti di gioia a Silvio Berlusconi che ha sempre visto nei moderati il perno della coalizione e che proprio con Bruxelles si è fatto garante del fatto che un governo di centrodestra anche con il Carroccio non ha nulla a che vedere con posizione estremiste e populiste".
Da Forza Italia e dagli altri alleati non arriva alcun commento all’apertura del numero uno di Casapound. Raffaele Fitto, citato sempre dal Fatto, parla per Noi con l’Italia: “Il centrodestra moderato non può dialogare né ora né in futuro con forze politiche distanti totalmente da noi come Casapound”, sentenzia l’ex governatore della Regione Puglia. E a Lorenzo Cesa "non è piaciuto che vi sia stato il sostegno così esplicito ad esponenti del centrodestra: il centrodestra è una cosa molto seria, che difende alcuni valori importanti e che sono prioritari anche sulle questioni concrete: difendere la vita, la famiglia, rimettere al centro la persona"
A sinistra una valanga di reazioni. "E' la logica conclusione di una vicenda horror che rischia di materializzarsi all'indomani del voto", dice sul suo profilo Facebook Pier Ferdinando Casini. Per la dem Debora Serracchiani "l'accordo politico ormai dichiarato tra CasaPound e Salvini schiaccia in un angolo Berlusconi e i moderati del centrodestra". "Penso che l’endorsement di Casapound a Salvini faccia chiarezza e che dimostri, tanto l’endorsement quanto la risposta di Salvini, che esiste una corrispondenza di amorosi sensi fra destra fascista e Lega sovranista" dice al Corriere il ministro della giustizia Andrea Orlando in Puglia.
La Stampa sottolinea come quello tra lega e CasaPound sia un riavvicinamento. Con le bandiere della tartaruga, CasaPound partecipò alla prima manifestazione del Carroccio a Roma, in Piazza del Popolo, il 28 febbraio del 2015. Durò poco la liason: a novembre dello stesso anno i neofascisti non andarono alla manifestazione di Bologna, voluta da Salvini, sul cui palco salirono Berlusconi e Meloni.
Secondo Il Giornale, Salvini ha già stoppato l'offerta del leader di Casapound. "Non mi interessa il sostegno di altri - ha detto il segretario leghista a Rtl - a me interessa il voto degli italiani. Io voglio portare avanti il nostro programma, della coalizione di centrodestra. Altrimenti minestroni non ne faccio". Salvini, assicura il quotidiano di casa Berlusconi, non solo non ha in mente di stringere un patto con CasaPound, ma scaccia anche l'ipotesi di un patto tra il Carroccio e i Cinque Stelle: "al governo non porto dentro persone che non la pensano come me, questo vale per Luigi Di Maio, per CasaPound e per tutti gli altri".