"Chi non ha diritto a stare in Italia deve andare via". È con un'intervista a Radio anch'io su Radiouno che Matteo Salvini ha cominciato la sua giornata politica dedicata nella sua prima parte a giustificare la chiusura del Cara di Castelnuovo di Porto, alle porte di Roma. "Chi era abusivo prima, è abusivo anche adesso", ha aggiunto. "Se la richiesta - ha spiegato Salvini - è quella di trovare una sistemazione a chi non a diritto a stare in Italia, la risposta è no. Ci sono delle leggi e delle regole, rispettate in tutti i Paesi del mondo: chi ha diritto viene ricollocato in altre strutture, con diritto a vitto, alloggio, sanità, istruzione".
Per il ministro, si tratta solo della messa in atto delle sue promesse elettorali: "Mi ero impegnato a chiudere le megastrutture dell'accoglienza, dove ci sono sprechi e reati, come a Bagnoli, a Castelnuovo di Porto, a Mineo. E lo stiamo facendo".
Quello al Cara di Castelnuovo di Porto, continua Salvini, è un intervento "di buon senso e di buona amministrazione che fara' risparmiare agli italiani 6 milioni di euro all'anno non togliendo diritti a nessuno". Lo ha affermato a "Radio anch'io" il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, parlando dei trasferimenti in corso dal Cara di Castelnuovo di Porto.
"Se la domanda di asilo verrà accolta, resteranno in Italia e saranno i benvenuti", ha proseguito il ministro, "altrimenti cominceranno le pratiche per l'espulsione. Si tratta di una struttura sovradimensionata, dove in passato ci sono state più di mille persone, avevamo già dimezzato le presenza grazie al calo degli sbarchi. Mi hanno chiesto 'rinnoviamo il contratto di affitto per 12 anni al costo di un milione di euro l'anno e spese di gestione di 5 milioni di euro all'anno? E io ho risposto no".
Temi ripresi qualche ora più tardi in conferenza stampa al Viminale: "Stiamo mantenendo l'impegno di chiudere i grandi centri e di ridistribuire i migranti in strutture più piccole, con spese rendicontate in maniera trasparente. Lo abbiamo fatto in Veneto, lo stiamo facendo a Castelnuovo di Porto, lo faremo a Mineo". E ancora: "Ci sono anche alcune baraccopoli e tendopoli sviluppatesi in aree urbane, contiamo di smantellarle con buon senso e misura nei prossimi mesi. Sono il tempio della illegalità, indegne di un Paese civile, smantellarle è un dovere morale e civile: chi ne ha diritto potrà restare, per gli altri inizierà un percorso destinato a concludersi con l'espulsione".