Il Salone dell'Auto, dopo cinque anni, lascia Torino per approdare in Lombardia, dove, la prossima edizione si svolgerà dal 17 al 21 giugno 2020. Ad annunciarlo il presidente della manifestazione Andrea Levy, che spiega: "Seguendo la nostra vocazione innovativa, abbiamo scelto per il 2020 di organizzare la sesta edizione in Lombardia in collaborazione con Aci. Sarà un grande evento internazionale - dice - all'aperto, e con una spettacolare inaugurazione dinamica a Milano nella giornata di mercoledì 10 giugno 2020".
"Ringraziamo - afferma ancora - la Città di Torino per avere collaborato in questi 5 anni alla creazione di un evento di grande successo, capace di accendere sulla città i riflettori internazionali". Nell'ultima edizione , svoltasi nel Parco del Valentino, si è registrata la presenza di 54 case automobilistiche, 700 mila visitatori ed oltre 2000 vetture speciali, che hanno sfilato nel centro città. I dettagli del nuovo progetto e il nuovo logo, si anticipa, verranno svelati a settembre in una conferenza stampa congiunta con le amministrazioni dei comuni coinvolti.
La sindaca punta il dito sul vicesindaco
"Sono furiosa per la decisione del comitato organizzatore del Salone dell'Auto di lasciare Torino dopo cinque edizioni di successo", afferma la sindaca di Torino Chiara Appendino, che aggiunge: "Una scelta che danneggia la nostra città, a cui hanno anche contribuito alcune prese di posizione autolesioniste di alcuni consiglieri del Consiglio Comunale e dichiarazioni inqualificabili da parte del vicesindaco". "Senza sottrarmi alle mie responsabilità - spiega Appendino - mi riservo qualche giorno per le valutazioni politiche del caso".
Chiamato in causa, il vicesindaco Guido Montanari, ha affermato che le sue dichiarazioni "sono state usate per giustificare un abbandono dei promotori da Torino". Per il vicesindaco "limitare i tempi di montaggio e smontaggio dei padiglioni e compensare con interventi sulla qualità del verde è una semplice scelta di buon senso. Questa mia posizione è stata travisata per giustificare evidentemente scelte già assunte".
Il presidente della regione Piemonte Alberto Cirio, ha parlato di un'altra "doccia fredda per Torino". Il presidente degli industriali torinesi Dario Gallina si è detto "sconcertato e molto amareggiato".