E un’altra tempesta è alle spalle. Mentre apre l’ombrello per ripararsi dalla gragnuola di proteste che arrivano da M5s ed Mdp, Sergio Mattarella incassa senza entusiasmo il sì al Rosatellum, legge non perfetta e ottenuta a prezzo di voti di fiducia che certo non gli sono piaciuti per il modo con cui sono stati chiesti ma che mettono il governo al riparo dal rischio di una caduta nel prossimo crucialissimo mese. Ma scrutando dalle finestre del Colle più alto, il Capo dello Stato vede che la legislatura agli sgoccioli assomiglia sempre di più a una nave in tempesta e sotto la sua lente di ingrandimento c’è soprattutto il Senato, porto quanto mai insicuro. Sarà infatti a palazzo Madama che arriveranno tutte le leggi più importanti di questo ultimo scorcio di legislatura, che difficilmente sarà “ordinato” come lo aveva chiesto il premier Paolo Gentiloni meno di un mese fa.
Un calendario già definito
Mettendo in fila le leggi ancora in attesa di essere approvate, infatti, e incrociandole con il calendario, si può azzardare la data in cui si scioglierà il Parlamento, ma soprattutto salta agli occhi che è nella Camera alta che dovranno passare alcune delle norma già approvate da Montecitorio. Terminata la sessione di bilancio per varare il decreto fiscale e la manovra, entro il 25 novembre, arriveranno almeno tre provvedimenti.
Si tratta della legge Lorenzin, del biotestamento e dello ius soli, ma in attesa del varo c’è anche la norma sui vitalizi. Tutte leggi che dovrebbero essere approvate definitivamente mentre dl fiscale e manovra passano alla Camera per essere votate dai deputati. Qui l’esame potrebbe essere rapido e concludersi in due settimane se, come ormai consuetudine, dopo l’esame delle commissioni si ponesse la fiducia sui provvedimenti. A metà dicembre, dunque, Montecitorio potrebbe aver terminato il suo lavoro, forte anche di una maggioranza larga.
Gli effetti del voto in Sicilia
Ma intanto il passaggio delle altre leggi a palazzo Madama potrebbe essere più accidentato: i numeri sono più ballerini che nella Camera gemella, le tensioni lasciate tra Pd e Mdp dopo il sì di Verdini al Rosatellum sono ancora palpabili tanto che si parla di un vero e proprio cambio di maggioranza, la fretta del vertice Pd di andare al voto incalza e dulcis in fundo il voto del 5 novembre in Sicilia potrebbe aggiungere ulteriori fibrillazioni al quadro politico. Tutti elementi che agitano chi, come Mattarella e Gentiloni, voleva che fosse assicurato un mese sereno al Parlamento per approvare una legge di stabilità che tranquillizzi Unione europea e mercati mentre la Bce annuncia il taglio del quantitative easing.
Tornando al calendario, e dato per scontato che la manovra sarà approvata entro Natale anche se dovesse aver bisogno di tornare al Senato per una correzione, restano quattro settimane a palazzo Madama per dare il via libera alle leggi in sospeso; i tempi sulla carta ci sono, ma come si è detto molto dipenderà dal clima politico che potrebbe portare anche a un 'taglio' secco della legislatura subito dopo il si' alla legge di bilancio. Scontato il fatto che la modifica chiesta dal Capo dello Stato al codice antimafia entri nel dl fiscale e sapendo che il consueto decreto milleproroghe di fine anno può essere poi convertito in legge anche dalle Camere sciolte, sulla carta è possibile sciogliere il Parlamento già entro i primi di gennaio per poter poi votare in una data che va dal 4 marzo alla fine dello stesso mese. Ma pur avendo sempre in mano l’agenda, il Capo dello Stato preferisce non mettere mai il carro davanti ai buoi, è suo costume procedere passo dopo passo. Tra giovedì e venerdì archivierà la querelle sulla nomina del governatore di Bankitalia (è di queste ore l'indicazione di una conferma di Ignazio Visco a Palazzo Koch da parte del premier Gentiloni), poi dalla prossima settimana si discuterà di manovra, con il Pd già sugli scudi sulle pensioni e Mdp sui superticket. “Una cosa per volta” , sembra di sentir sussurrare dal Colle alle orecchie di ministri, leader politici e parlamentari. Ma non sempre il sussurro arriva alle loro orecchie.