Umanamente molto amareggiato per una decisione considerata "abnorme". Così viene descritto Matteo Salvini dopo la sentenza di condanna a tre anni e cinque mesi per peculato emessa dal Tribunale di Genova nei confronti di Edoardo Rixi. La decisione che Rixi avrebbe fatto un passo indietro era stata presa "già da qualche settimana", viene riferito da fonti governative leghiste. Era stato lo stesso vice ministro leghista a prenderla.
Rixi era andato da Salvini al Viminale e glielo aveva comunicato. "Quando e se sarà", aveva premesso, "se serve, mi dimetto, le dimissioni sono nelle tue mani di capo politico della Lega". E così è stato. Non erano passati neanche 40 minuti dall'annuncio della condanna, stamane, che è arrivata la nota della Lega in cui Rixi annunciava il passo indietro. E, a raffica, quattro minuti dopo - neanche il tempo di scriverla - , la dichiarazione con cui Salvini annunciava che avrebbe accettato le sue dimissioni.
Evitato un nuovo caso Siri
Una procedura comunicativamente efficace perché ha ottenuto l'effetto che Salvini voleva: ovvero preservare Rixi da ogni attacco, critica e richiesta di dimissioni (come, invece, era successo per Armando Siri). Ma poco ortodossa, perché le dimissioni di un vice ministro avvengono su proposta del presidente del Consiglio, sentito il ministro competente, per decreto del presidente della Repubblica. Si è comunque trattato di un gesto dal significato politico per i leghisti. Salvini ha voluto reagire subito e prendersi la responsabilità del gesto per proteggere Rixi, su cui il leader leghista ha detto che "metterebbe la mano sul fuoco".
Stando a quanto riferito da fonti del partito di via Bellerio, il presidente del Consiglio "era stato informato della decisione" e "si è limitato a una "presa d'atto della volontà" di Rixi e del suo capo politico. Tutto è avvenuto molto velocemente. Le dimissioni dell'esponente leghista, peraltro, sarebbero già state ratificate dal Consiglio dei ministri, che si è tenuto nel pomeriggio.
"Basta chiacchiere, si torna a lavorare"
Nella nota, il ministro dell'Interno ha sottolineato di aver agito per tutelare Rixi ma anche il governo. Un segnale rassicurante per i 5 stelle che temono Salvini voglia la rottura per tramutare in numeri parlamentari il record di consensi registrati alle europee di domenica. Salvini auspica che il governo vada avanti a fare le cose, è la litania dei leghisti. Da stasera alle 21, ha scandito lo stesso capo della Lega, basta con le chiacchiere si torna a lavorare.
La deadline è quella del voto on line su Rousseau, che, infatti, ha visto il popolo 5 stelle confermare la fiducia a Luigi Di Maio (con l'80%). Di Maio confermato, nessuna crisi su Rixi: il governo è momentaneamente salvo. Ma, probabilmente, non continuerà con la stessa fisionomia. Salvini, in veste 'picconatore' dal 28 maggio, ha scandito chiaramente i temi che vuole assolutamente entrino in agenda, bocconi amari che i 5 stelle dovranno mandare giù. Così come ha posto condizioni su alcuni ministeri.
Toninelli traballa
Il 'capitano leghista' non rivendica per la Lega alcuna poltrona - si precisa - tranne forse le Politiche europee che erano di Paolo Savona. Le 'picconate' a Danilo Toninelli, Elisabetta Trenta e Sergio Costa non servono a portare nuovi ministri alla Lega - si sostiene - ma a pretendere in quei ministeri un "cambio di passo" che, "senza un cambio della guida, non potrà mai esserci". È chiaro che con le dimissioni di Rixi e Siri si è aperto un vuoto alle Infrastrutture: la Lega non ha più sottosegretari.
"Non ne nomino altri", ha detto Salvini oggi (nuovamente confondendo il suo ruolo di capo politico con quello di capo del governo). Ma non è detto che questo significhi pretendere che al posto di Toninelli vada un leghista. D'altronde, si fa notare nella Lega, anche nel Movimento 5 stelle il malcontento attorno a quel ministero è molto forte e sarebbe pronto da tempo per quella poltrona il capogruppo del M5s al Senato, Stefano Patuanelli.
Intanto il Consiglio dei ministri, che avrebbe dovuto tenersi lunedì, per approvare il decreto sicurezza bis, sarebbe slittato a, probabilmente giovedì, a causa degli impegni elettorali in vista dei ballottaggi. Alla riunione, oltre all'approvazione del decreto sicurezza bis, Salvini ha detto che vorrebbe portare in discussione il progetto di flat tax della Lega.