Da quello che ricostruiscono oggi i giornali, la sindaca di Roma Virginia Raggi avrebbe chiesto un incontro al ministro Marco Minniti. E l’incontro avverrà. E sarà l’occasione, come scrive la Stampa “oltre che per manifestare la simpatia reciproca, per rinsaldare un’alleanza che travalica i rispettivi schieramenti politici (e che è osservata anche con un po’ di sospetto dentro il M5S, restio a concedere troppi riconoscimenti a un ministro del Pd). S’intenderanno, i due, perché è nei fatti una convergenza di interessi”.
I rifugiati con diritto di stare in Italia nei palazzi confiscati alla Mafia
Prove di dialogo tra governo e Campidoglio. Mentre in queste ore emerge anche la soluzione al problema dei rifugiati, circa 800, sgomberati da piazza Indipendenza ma al momento senza un luogo alternativo che li possa ospitare. L’ipotesi di Minniti è utilizzare i beni confiscati alla criminalità organizzata per dare alloggio alle persone sgomberate da edifici occupati. “La direttiva - che, come trapelato nei giorni scorsi, va verso il divieto degli sgomberi in assenza di soluzioni abitative già concordate - punta a coinvolgere e responsabilizzare prefetti e sindaci, ma si valuta anche di coinvolgere il sociale, non solo attraverso gli organi delle amministrazioni comunali deputati a questo settore, ma anche tramite associazione qualificate” scrive Il Sole 24 Ore.
Il buon governo della paura
Al piano Minniti è arrivato su Repubblica il plauso del fondatore del giornale, Eugenio Scalfari, che nel suo editoriale della domenica ha scritto: “Minniti è abituato ad accollarsi il bene pubblico al di là di quanto gli spetta. Ha già preparato un documento con norme appropriate per evitare che la paura si diffonda rendendo il Paese praticamente ingovernabile”. E si domanda: “Che cos’è la paura? L’ho chiesto al ministro. Ecco la sua risposta: di fronte a situazioni che rendono la vita pubblica e privata ingovernabile, si diffonde tra i cittadini e nell’opinione pubblica il timore che si vada di peggio in peggio. Ci sono movimenti populisti che alimentano quella paura spingendola verso posizioni antidemocratiche. Ma ci sono altri partiti che spingono invece i cittadini a utilizzare la paura per alimentare politiche positive e pacificative nei confronti dei rifugiati e di quanti chiedono asilo e aiuto”. Dalla paura insomma può nascere nuova energia, e rinsaldare il paese e fare addirittura bene all'economia, conclude Scalfari.