Quella di Salvini è ormai “quasi un’ossessione”. E può avere delle conseguenze inaspettate. Il dibattito, ancora ai primissimi passi, sulla riforma delle pensioni (il governo vuole mettere la quota 100, tagliare gli assegni oltre i 4.000 euro, alzare le minime e contemporaneamente introdurre la flat tax) sta dando nuova visibilità a chi ha voluto la madre di tutte le riforme pensionistiche: Elsa Fornero, che piano piano torna a trovare uno spazio nei media che sei mesi fa sarebbe stato difficile da immaginare.
Prima Salvini, poi Di Maio
Il fatto è che anche pochi giorni fa il ministro dell’interno è tornato a ribadire: “In autunno cominceremo con quello che abbiamo promesso: metteremo mano alla Fornero, ridurremo la burocrazia e le tasse. Non abbiamo bacchette magiche e non promettiamo di fare tutto in un quarto d'ora".
E anche l’altro vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, commentando le prospettive della futura legge di bilancio ha chiosato: “Confido molto nel dialogo che avremo ai tavoli europei per far sì che questa legge di bilancio possa portare a casa riforme strutturali come reddito di cittadinanza, Flat tax e il superamento della Legge Fornero”.
Insomma, ha buon gioco a ribattere la diretta interessata, “quasi un’ossessione”.
“Meglio un contributo di solidarietà”
Elsa Fornero, a questo punto, conquista lo spazio di un’intervista dopo un cero periodo di silenzio. La sente La Repubblica, che le dedica metà di una pagina. Quello del governo giallo-verde, risponde, “è un approccio pericoloso. Il Paese avrebbe bisogno di unità, non di ulteriori divisioni”.
E poi “chiamarle pensioni d’oro mi pare un eccesso. Non è chiaro ad esempio che cosa succederà a chi ha diverse pensioni. Si guarderà a ciascuna pensione per il ricalcolo o alla somma? Non è chiaro anche come verranno ricostruiti i contributi passati. È un pasticcio”.
Meglio, semmai, ricorrere allo strumento del contributo di solidarietà, perché a riguardo esiste il riparo di una sentenza della Corte Costituzionale. Andando di forbici, invece, apre la strada ai ricorsi. “Ci saranno di sicuro, e ben fondati”, Alta la possibilità che vengano accolti, e tutto torni com’era prima.
Ma anche così il taglio non riguarderebbe tutti
Oltre alla professoressa Fornero, comunque, ci sono altri che iniziano a fare calcoli sul progetto. Il Giornale oggi ha sentito l’economista Giuliano Cazzola, che giura: il taglio delle pensioni non toccherà alcune categorie che invece rientrano appieno nella casistica dei 4.000 euro netti al mese.
Questo perché “si creerebbe uno squilibrio nel caso di categorie professionali che, per legge, accedono alla pensione in età avanzata come i magistrati e i professori universitari nell'ambito Inps o i notai e i medici per quanto attiene alle casse private”.
Con il ricalcolo contributivo “magistrati, professori e notai vedrebbero il loro assegno incrementato perché se si sono ritirati dal lavoro conservando una quota retributiva nel loro montante contributivo sono già stati penalizzati e ora gli verrebbe restituito quanto perso”.
Intanto Elsa Fornero ribadisce: “quella di Salvini è quasi un’ossessione”.