Milano - E'da sempre uno dei progetti piu' evocati e piu' forieri di polemiche: il Ponte sullo Stretto di Messina, sogno accarezzato nella Prima come nella Seconda Repubblica e che oggi emerge nella prima giornata di campagna elettorale per il referendum costituzionale. Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi rilancia a sorpresa l'idea per dare all'Italia, spiega, una nuova possibilita' di creare occupazione e sviluppo."Bisogna completare il collegamento tra Napoli e Palermo - dice Renzi da Milano, dove partecipa alla celebrazione dei 110 anni del Gruppo Salini. - un'operazione che porti 100 mila posti di lavoro e serva a togliere la Calabria dall'isolamento e ad avere la Sicilia piu' vicina". Il mondo imprenditoriale faccia la sua parte, aggiunge, e per quel che riguarda il ruolo del governo "noi siamo pronti, noi ci siamo".
Il ponte che divide la politica
Grillo, opera inutile. Renzi Menomato Morale
Gli alleati di Ap esultano: l'idea l'abbiamo gia' fatta nostra da tempo. Anzi, la legge per sbloccare la realizzazione del Ponte sullo Stretto sia inserita nel calendario della Camera dei prossimi tre mesi. Ma a far capire che si sta per aprire il dibattito arriva la presa di posizione di Sinistra Italiana, che con Arturo Scotto parla dell'ennesimo spot elettorale da parte dell'esecutivo. "Da qui al 4 dicembre ne vedremo delle belle", presagisce Scotto, "Non potendo convincere gli italiani sulla bonta' dello stravolgimento della nostra Carta costituzionale Renzi non fara' altro che moltiplicare le promesse".
Il M5S, che in Sicilia ha appena concluso la sua kermesse, si concentra direttamente sulla campagna referendaria, con Alessandro Di Battista che, tramite l'immancabile facebook, invita con toni veterotestamentari: "Scegliete da che parte stare, se state dalla parte del no diamoci da fare che siamo Davide contro Golia!". Gli risponde Angelino Alfano: "Gli antirenziani che condividono la riforma costituzionale dovrebbero votare per l'Italia, non contro Renzi". Insomma, tutti dovrebbero concentrarsi solo ed esclusivamente sul quesito del 4 dicembre.
Cantone, rischi mafia e tangenti ma contrastarli
"E fondato il rischio di infiltrazioni mafiose o di fenomeni di corruzione nella realizzazione di un'opera come il Ponte sullo Stretto, ma bisogna cominciare a lavorare nella prospettiva che i rischi vanno sterilizzati. Non dico affatto che non ci sia, anzi, c'e' ed enorme in tutte le grandi opere pubbliche". Cosi' il presidente dell'Anac Raffaele Cantone, rispondendo a una domanda dei giornalisti a margine di un convegno a Palermo. "Il problema vero - aggiunge - e' che se vogliamo provare a diventare un Paese normale, dobbiamo cominciare anche a lavorare perche' i rischi vengano ridotti". E prosegue: "Io non me la sento di valutare l'utilita' di un'opera perche' e' una scelta politica, faccio un discorso diverso, credo che un Paese normale possa giustificare di non fare le opere per qualunque ragione, ma non per i rischi collegati alla corruzione e all'infiltrazione mafiosa. O meglio, certi rischi non possono essere dimenticati e devono essere attentamente valutati, ma credo che dire di no solo perche' possa esserci il rischio di infiltrazioni sia una diagnosi sbagliata. Il rischio vero e' che il Paese non diventi mai normale. Se ci sono questi rischi vanno affrontati -ha concluso- poi se si debba fare o meno il Ponte, queste sono scelte che non competono a me". (AGI)